Corso Vittorio, i commercianti pescaresi… dicono “ni” – Qualcuno fa anche autocritica


Pescara – (di Stefano Leone – foto di Massimo Leone) – (Foto: vari momenti della giornata di venerdì – Ci sono anche negozi che chiudono) - E’ un venerdi mattina caldo, assolato ma ventilato. Il traffico su corso Vittorio Emanuele II° non è intenso ma si fa notare, anche solo per la consueta predisposizione al disordine e alla totale mancanza di rispetto, anche minimo, delle regole. Nei negozi notiamo una presenza di clienti inusuale ma tutto è spiegabile con la ricerca di scampoli di fine stagione a prezzo conveniente. Come sempre il lato mare, del corso, ha maggiore frequentazione del lato monte, penalizzato da sempre, dicono i titolari degli esercizi su quel lato. L’occasione è quella che ci ha portato a visitare alcune attività commerciali, raccogliendo pareri pro e contro sul progetto di pedonalizzazione-riqualificazione della strada. “Non saprei cosa dirle – è il commento della titolare di un negozio di intimo – ho sentito parlare della cosa ma non mi sono interessata più di tanto. Alla fine, tanto fanno sempre come vogliono”. Con gentilezza e cortesia ci saluta facendoci intendere che oltre non andrà con i commenti. Più aggressiva e loquace la titolare di un negozio piccolo ma grazioso che, appena terminato di ascoltare il motivo della nostra visita, parte sgommando non interessandosi tanto è infervorata, di clienti che entrano nel negozio. Noi ci sentiamo quasi di troppo, facciamo per stopparci ma lei non demorde. Ai clienti si dedica il marito e allora possiamo raccogliere la cavalcata fonica della commerciante. Lei è una bella signora dai capelli fluenti, dal trucco evidente e modi affabili ma concreti. “Non ha senso – attacca – presentare progetti in questo modo. Hanno già fatto tutto poi vengono a fare i gazebo per spiegare. Spiegare cosa? Ad ogni obiezione hanno la risposta che va dalla loro parte, dunque, serve a qualcosa? Ci hanno affamato in questa zona, prima con l’arrivo dei centri commerciali a iosa, poi inventandosi la tariffa unica per il parcheggio in questo schifo di aree di risulta”. Facciamo fatica a contenere la veemenza della bella signora che affonda ancor peggio. “L’unico posto in Italia dove un parcheggio non ha frazioni di tempo. Tutta la giornata oppure due ore paghi sempre 2 euro e mezzo. Ma vi sembra normale? Ma secondo lei una persona entra in questa gasba qui dietro, (il parcheggio delle aree di risulta appunto Ndr), piena di buche, senza asfalto, piena di abusivi e senegalesi, pagando 2euro e 50 centesimi per venire in negozio e, dunque, spendere magari un’ora di tempo! Increscioso”. In effetti il problema del parcheggio a tariffa unica sulle aeree di risulta è apparso argomento che quasi tutti hanno bocciato proprio perché è ulteriore penalizzazione per le attività di corso Vittorio. Continuiamo la nostra passeggiata ed entriamo in un altro negozio dove i titolari, marito e moglie approfittano dell’assenza di clienti per controllare fatture e ordini commerciali. “Facciamo contabilità su ciò che c’è da pagare – esordisce la signora con garbo e cortesia – visto che clienti se ne vedono pochi, incassi ancor meno e, dunque, facciamo i conti sulle uscite!”. Alla nostra domanda se favorevoli o contrari al progetto su corso Vittorio viene fuori lo spirito guerriero del marito. “Ascolti, sono quaranta anni che questo negozio vive qui. Prima di me c’era mio padre e posso dirle che qua, moltissimi anni fa la gente faceva fatica a camminare qua fuori. Ora è il deserto, ci hanno ridotto a fare i bottegai non i commercianti. Questo progetto non ha ne capo ne coda. Non è una pedonalizzazione perché se andiamo a vedere i mezzi che passeranno tutto è meno che pedonalizzazione. Non è riqualificazione perché non basta rifare corsie e marciapiedi per riqualificare. Qui ci sono angoli squallidi e impensabili per un centro città. Per riqualificare bisogna avere un progetto sinergico generale. Un esempio per tutti. Riqualifichiamo strada e marciapiedi e poi questi due scempi del palazzo ex ferrovie e palazzo Michetti si lasciano come sono”. Altro esercizio commerciale altro malumore. Anche qui, nessun cliente all’interno. Alla titolare, una signora dai modi eleganti e accoglienti fa compagnia il figliolo. “Così come è stato concepito e presentato il progetto non lo condivido. Io sono per la pedonalizzazione totale della strada allora a questo punto. Facciamo come via Firenze dove, quando si presentò la pedonalizzazione ci fu la sollevazione popolare ora i miei colleghi di quella zona si sono ricreduti. Se alle persone non si danno i servizi non si può pensare che una riqualificazione passi rifacendo due corsie e due marciapiedi. Ai clienti bisogna prima dare parcheggi accessibili. Non costringerli a rischiare la multa ogni volta. Nessuno vuole andare a pagare la tariffa unica nelle aree di risulta per un’ora o un’ora e mezza di compere. Veda, io ho votato centro destra e ho votato Carlo Masci. Alle prossime, sia l’uno che l’altro, perderanno il mio voto e quello dei miei famigliari. Non mi piace questo modo di fare”. E qui la signora tuona contro parte dei suoi colleghi commercianti. “E’ anche vero che noi commercianti ogni tanto si faccia autocritica. Siamo abituati a nasconderci dietro un dito. Ad esempio: sbraitiamo per la mancanza di parcheggi sul lato mare del corso, poi alcuni ci noi parcheggiano due macchine negli stalli blu andando a cambiare l’orario ogni ora. Questo priva i clienti della possibilità di parcheggiare. Dunque, si agisce anche contro i propri interessi”. Altro negozio. Una sola cliente che svogliatamente guarda tra gli scaffali ma l’aria è di chi stia perdendo del tempo. Così è. Dopo un giretto la cliente esce e, desolatamente vuoto, il negozio è location per la rappresentazione scenica, anche gestuale, del titolare. “Lo devono dire – tuona contro i fautori del progetto di corso Vittorio – lo devono dire che tutto questo mira a far passare il tracciato della filovia che da Montesilvano dovrebbe arrivare a Francavilla. Lo dicano. E dicano perché e quali interessi ci sono perché la filovia passi proprio qui. Perché non prevedono un tracciato parallelo a corso Vittorio? Quindi stanno prendendo la cosa da lontano partendo da una sbandierata riqualificazione del corso per arrivare all’obiettivo finale che è quello della filovia. Perché non hanno interpellato prima le associazioni di categoria, presentando un piano strategico sul quale aprire tavoli di discussione, proposte e trattative? Invece? Ti presentano il piatto a tavola senza neanche farti leggere il menu. E tutti mangeranno quello che loro hanno deciso che si deve mangiare. Altra considerazione che nasce spontanea: è naturale che una Giunta metta in campo progetti come questo di corso Vittorio a pochi mesi dalla fine della legislatura? E se non saranno rieletti? Per anni, non si sono mai visti neanche una volta in zona, ad interessarsi dei problemi dei commercianti di costo Vittorio, ora arrivano con un progetto che merita tempi lunghi. La raccontino giusta alla gente. Ci dicano cosa hanno in mente perché qui non solo i commercianti sono alla fame. Questa città è ormai solo un centro dove sviluppare interessi personali attraverso sotterfugi e cose non dette. E’ ora di finirla altro che riqualificazione di corso Vittorio.” La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere. E se dessimo una sterzata a tutto questo?


14 Luglio 2013

Categoria : Le Interviste
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