Perdonanza, turisti a Collemaggio


L’Aquila – Turisti questa mattina nei dintorni della basilica di Collemaggio che, oggi chiusa per rischi di crolli in caso di sismi, attira forse più di prima. la Porta Santa appare ingabbiata in strutture di tubi metallici. Le persone si avvicinano alla facciata, alle porte, alla Porta Santa, fino a toccare muri e legno dei battenti. Ci si chiede: se esiste un rischio di collasso delle facciate – specie quella laterale in cui si apre la Porta Santa, che pare sia addirittura fuori piombo di venti centimetri – è razionale consentire alle persone di avvicinarsi all’edificio? Sia pure con l’ingabbiatura metallica che pare sorreggere la Porta Santa? Se malauguratamente dovesse esserci un crollo vasto, le persone non verrebbero investite dal materiale in collasso?
Sono soltanto domande dettate dalla logica, che sorgono spontanee quando si vede – come abbiamo visto – la gente avvicinarsi all’edificio. Inevitabile chiedersi cosa accadrebbe se dovesse verificarsi una scossa sismica.
Le parole più suggestive sentite ieri sera, tra le tante dei discorsi ufficiali all’accensione del tripode, quelle di Gianfranco Giuliante: “Siamo sospesi tra ciò che non c’è più e ciò ancora non c’è”. Le parole più commosse quelle del sindaco: “Mi sento oggi più aquilano che mai, ogni cantiere, ogni inizio di ricostruzione è uno stimolo alla vita”. Come sempre, è andata al di là del significato della festa la serata inaugurale della Perdonanza 719, che dovrebbe essere (già sentito molte volte) l’edizione della svolta, del rinnovamento, condito con la speranza di ottenere una visita di papa Francesco. Diceria fatta circolare ad arte qualche settimana fa, forse per invogliare il papa ad arrivare all’improvviso. Così come risponde per telefono alle chiamate della gente, potrebbe rispondere salendo in auto e arrivando a L’Aquila e al santuario della Jenca: per ora solo un auspicio.
La serata, sulle bocche di tutti coloro che hanno parlato, più che il perdono e lo spirito,ha messo in luce il fervente desiderio di poter celebrare (rinnovata a no) la Perdonanza 2014 in uno scenario di autentica, estesa ricostruzione. Senza patemi per i soldi, senza zone d’ombra, senza dover tendere la mano in una perenne richiesta di elemosina dallo Stato. Desiderio legittimo. E anche datato, visti i 4 anni e mezzo trascorsi dall’aprile del 2009 e dalla dolorosa, drammatica Perdonanza di quell’anno.


24 Agosto 2013

Categoria : Cronaca
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