L’OCSE parla, l’Abruzzo non ascolta


Castelli – Le raccomandazioni espresse nel rapporto Ocse (organizzazione per lo sviluppo economico) seppure condivise, faticano a essere applicate. La considerazione arriva dagli stakeholder del territorio abruzzese – esponenti delle amministrazioni locali, delle associazioni di categoria, delle universita’, imprenditori – riuniti a Castelli per discutere dei contenuti dello studio “L’azione delle politiche a seguito di disastri naturali: aiutare le regioni a sviluppare resilienza.
Nei prossimi giorni la Regione ricevera’ il documento contenente gli esiti della discussione. L’occasione di confronto operativo e’ stata offerta dal Comitato Abruzzo – organismo nazionale composto da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil – che ha raccolto all’indomani del sisma le donazioni di lavoratori e imprese di tutta Italia per cofinanziare progetti che sul territorio fossero in grado di produrre crescita e occupazione. Il work-shop ha visto riuniti in distinti gruppi di lavoro i rappresentanti degli 8 progetti cofinanziati, amministratori locali e regionali, vertici delle associazioni datoriali e sindacali, delle Destination Management Company del turismo, dei Poli di innovazione, giornalisti, autorita’ militari, tra cui il presidente di Confindustria L’Aquila, Fabio Spinosa Pingue, l’assessore aquilano con delega alla Smart City, Alfredo Moroni, il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo, Fabrizio Magani, il comandante militare regionale, Rino De Vito, il segretario provinciale Cgil, Umberto Trasatti, il componente del Comitato Abruzzo, Leopoldo Lucioli.
Spinosa Pingue ha sottolineato come “tutti gli attori del territorio devono convergere verso obiettivi unici e condivisi ponendo rimedio all’elevata frammentazione regionale in termini amministrativi e alla forte differenziazione economico-sociale. Purtroppo stiamo assistendo a discussioni e progetti che ci portano nella direzione contraria rispetto alle direttrici suggerite dallo studio Ocse che, ricordo, e’ stato realizzato per far sviluppare alla regione attivita’ di resilienza; basti pensare ad esempio alle formazioni di diverse Unioni dei Comuni in sostituzione delle scomparse e defunte Comunita’ Montane, come pure all’idea di aprire una facolta’ universitaria di Agraria ad Avezzano in collaborazione con la lontanissima universita’ di Teramo o all’apertura dell’Aeroporto dei Parchi all’Aquila andando di fatto a sperimentare la nanotecnologia applicata agli enti ottenendo doppioni di realta’ gia’ mignon”.


18 Ottobre 2013

Categoria : Economia
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