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Cialente, Chiodi e gli aiuti di Stato

14 maggio 2014 @ 17:51 Categoria: Politica

[1]L’Aquila – Leggo con sorpresa – scrive il sindaco Massimo Cialente – la posizione assunta dal Presidente Chiodi contro il Governo a proposito dell’esclusione dell’Aquila dall’individuazione delle zone in cui è consentito l’aiuto di stato per l’impresa (107.3C) Si tratta della normativa europea che consente la possibilità di erogazioni a favore di attività economiche oltre il “de minimis” e cioè senza incorrere nell’infrazione di “aiuti di Stato alle imprese”.
Tale provvedimento ha determinato, attraverso una decisione della conferenza stato-regione, che alla nostra regione questo regime fosse esteso per un massimo di 250.000 abitanti. Va ricordato che la norma attuale non consente divisioni a macchia di leopardo, ma una zonizzazione aggregata.
Ha fatto benissimo il Presidente Chiodi a richiedere che per la nostra regione ci fossero un’ulteriore quota di 120.000 abitanti in deroga a quanto stabilito e, se fosse vero che in sede di conferenza stato-regioni questo non sia stato consentito, sarebbe naturalmetne una cosa grave e sicuramente io assocerei la mia protesta a quella di Chiodi.
Quello che non si comprende, è l’altra affermazione del Presidente, secondo la quale, se rimaniamo nell’ambito dei 250.000 abitanti, L’Aquila e i Comuni terremotati sarebbero esclusi. Dice testualmete Chiodi: “in quel caso ci troveremmo ad escludere la città dell’Aquila dall’area che dovrebbe beneficiare delle risorse.”
E perché?
Se c’è un’area dove ha senso introdurre tale regime, è proprio l’area del terremoto, giacché questo strumento trova applicazione laddove ci sono investimenti pubblici e certamente in Abruzzo, nei prossimi anni, gli investimenti pubblici si concentreranno proprio qui.
Quindi se Chiodi intende continuare la battaglia per allargare il numero di beneficiari per la nostra Regione, ci troverà al suo fianco. Ma in quale territori debbano rientrare i 250.000 è una decisione che dipende esclusivamente dalla Regione.
Dunque Chiodi si assuma fino in fondo le sue responsabilità, e decida comunque, a prescindere da quanto sia esteso il numero complessivo, di includere la città dell’Aquila e gli altri comuni terremotati tra coloro che beneficeranno del regime speciale.


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