“Prosegue lo smantellamento del diritto”


Chieti – (di Isidoro Malandra – oltreabruzzi.worldpress.com) – Il Presidente del Consiglio prosegue in Abruzzo la sua opera di smantellamento del diritto e produce l’ennesima torsione delle regole verso un modello centralistico e monocratico. Con l’ordinanza denominata “governance” Berlusconi stabilisce che:
1. il Presidente delle Regione Abruzzo, dal 1° Febbraio 2010 e per l’intera, abnorme, durata dello stato di emergenza (31.12.2010), assume le funzioni di Commissario delegato per la ricostruzione;
2. per il completamento del progetto C.A.S.E. e dei moduli abitativi provvisori (MAP) e scolastici (MUSP) restano ferme le competenze del Dipartimento della Protezione Civile;
3. dal 1° Febbraio 2010 il Sindaco dell’Aquila è nominato Vice-commissario vicario e predispone, d’intesa con Chiodi, la ripianificazione del territorio comunale, le linee di indirizzo strategico per assicurarne la ripresa socio-economica, la riqualificazione dell’abitato nonché l’armonica ricostruzione del tessuto urbano abitativo;
4. per le esigenze derivanti dalla fase della ricostruzione, va creata una Struttura Tecnica di Missione composta da trenta persone (di cui quindici scelte direttamente da Berlusconi) e coordinata da Gaetano Fontana, il Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili.
Il fatto è che il Presidente del Consiglio, in caso di calamità naturali o catastrofi, può nominare un Commissario delegandolo a gestire i primi aiuti e coordinare gli organismi istituzionalmente preposti alla gestione dell’emergenza (Prefetto, Comuni, Province e Regione). Ma, mai e poi mai, potrebbe legittimamente nominare un Commissario Delegato alla ricostruzione poiché le competenze in materia spettano ai Consigli regionali e comunali. Basta guardare cosa è accaduto per il sisma umbro-marchigiano: il Governo emanò il D.L. 6/98 con cui stabiliva che “per la programmazione degli interventi di ricostruzione e sviluppo dei territori interessati dalla crisi sismica, il Governo e le Regioni utilizzano l’intesa istituzionale di programma”. Con leggi regionali si è provveduto a definire le linee di indirizzo per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione vincolanti per tutti i soggetti, pubblici e privati; ad individuare tipologie di immobili e livelli di danneggiamento per interventi immediati, stabilendo persino i parametri da adottare per la determinazione dei costi; a definire i criteri in base ai quali i Comuni dovevano perimetrare i centri e nuclei di particolare interesse sui quali intervenire con specifici Programmi Integrati.
In Abruzzo Bertolaso prima è diventato padrone assoluto dei campi e poi è illegittimamente straripato nella gestione della ricostruzione, mentre Berlusconi ha dettato perfino le norme tecniche da seguire nella ricostruzione degli immobili. Oggi si trasferiscono poteri monocratici da Bertolaso a Chiodi e Cialente.
Il Presidente della Regione Abruzzo presta il consenso e la sua corte di miracolati non ha alcun interesse a restituire agli organismi elettivi abruzzesi il ruolo e la dignità istituzionale che competono loro. Neanche la cosiddetta opposizione presente in Consiglio sembra interessata ad esercitare le sue funzioni e si attarda su questioni di contorno. Quanto ai comitati aquilani, in alcuni di essi si continua a parlare di “ricostruzione dal basso” quando gli atti quotidiani vanno in direzione opposta. Quando, alcuni mesi fa, qualcuno sosteneva la necessità di ribellarsi all’occupazione dell’Abruzzo, qualcun altro rispondeva che Bertolaso era comunque da preferire a Chiodi. Oggi ci ritroviamo Chiodi con i poteri di Bertolaso.
A breve, delle questioni giuridiche sopra accennate saranno investiti il Tar ed il Presidente della Repubblica. Allora verificheremo se vi sono le condizioni per formare uno schieramento capace di affrontare, a livello nazionale, l’emergenza democratica in Abruzzo.


30 Dicembre 2009

Categoria : Dai Lettori
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