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P.Opera Charitas, 40 licenziamenti

29 aprile 2015 @ 18:46 Categoria: Cronaca

[1]Giulianova – Quaranta lavoratori della Piccola Opera Charitas di Giulianova rischiano di perdere il posto di lavoro. L’allarme viene lanciato dai sindacati di Fp Cgil, Cisl FP e Uil FP. “La Piccola Opera, struttura con oltre 150 dipendenti che esercita nel campo dei servizi sanitari di riabilitazione per conto della Regione Abruzzo, ha attivato le procedure di licenziamento collettivo per 40 lavoratori. “Tali esuberi – scrivono i sindacati in una nota congiunta – sarebbero conseguenza delle riforme sanitarie operate dalla Regione Abruzzo sulla rete regionale dei servizi territoriali. Come riportato dagli organi di informazione, al fine di scongiurare i licenziamenti era intervenuto, il 17 gennaio scorso, direttamente il presidente della Regione Abruzzo e Commissario ad Acta per la Sanita, Luciano D’Alfonso, il quale, recatosi in visita alla struttura alla presenza di Mons. Michele Seccia e del sindaco di Giulianova Mastromauro, aveva proposto alla Fondazione di avviare una nuova attivita’ nello stabile a Villa Volpe (frazione di Giulianova) di proprieta’ della Fondazione, dove aprire una RSA (Residenza Sanitaria Assistita), oppure un RADA (struttura assistenziale per disabili piu’ anziani) che avrebbe permesso di riassorbire il personale in esubero.
Con l’approvazione del Decreto n. 38 del Presidente della Regione Abruzzo in qualita’ di Commissario ad Acta, del primo aprile, la Regione ha mantenuto gli impegni assegnando alla Piccola Opera Charitas 261 posti letto nell’area disabilita’ e riabilitazione e 20 posti letto nell’area anziani e demenze. Nonostante cio’, la Piccola Opera Charitas non ha voluto ritirare i licenziamenti previsti e non essendo stato raggiunto nessun accordo con i sindacati, il tavolo di trattativa si e’ spostato presso l’assessorato al Lavoro della Regione Abruzzo. Domani alle ore 11 e’ prevista una riunione presso la sede della Regione in Viale Bovio a Pescara. I sindacati – prosegue la nota – criticano fortemente l’atteggiamento della Fondazione la quale, nonostante l’accoglimento del piano di riconversione che essa stessa aveva presentato in Regione, ha deciso di non retrocedere dai licenziamenti.


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