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Piccoli delinquenti crescono: ora usano il taser

24 maggio 2015 @ 12:09 Categoria: Cronaca

[1]L’Aquila – (Foto: un modello di arma taser, M-26, che Wikipedia definisce di uso militare) – Una notizia di cronaca da Lanciano (un tentativo di rapina peraltro andato a male grazie alle reazione della vittima, un tabaccaio) suscita attenzione e qualche preoccupazione in più. Non ci facciamo mancare niente, infatti.
La notizia, riportata dall’agenzia ANSA ma non certo messa in evidenza dal resto della stampa, racconta che la delinquenza – per ora quella spicciola definita piccola malavita – ha imparato anche in Abruzzo ad usare il taser, un’arma elettrica perfezionata alla fine degli anni Novanta. Esiste evidentemente ormai anche un mercato clandestino di armi taser, parallelo a quello delle armi da fuoco. E’ questo l’aspetto che suscita attenzione e che richiede una precisa informazione dei cittadini. Cosa che, come sempre, non accade, perchè si tende sempre a soffocare, nascondere e minimizzare tutto ciò che riguarda la delinquenza. Invece, tutti dovrebbero essere ben informati.
Il taser, per sintetizzare, è un’arma corta ritenuta non letale e per la legge non portabile, esattamente come qualsiasi altra arma, senza licenza specifica: il porto d’armi. Ma reperibile nei negozi specializzati. Insomma, esiste e bisogna saperlo.
E’ simile ad una pistola. Puntata, “spara” due piccoli dardi che nella traiettoria tendono a divaricarsi. Una volta attinto il bersaglio (pelle nuda ma anche abiti), i due dardi (collegati all’arma) rilasciano una scarica elettrica di notevole tensione ma di bassa intensità. Ricordiamo che la tensione elettrica si misura in Volt e l’intensitè in Ampere.
La scarica non è in sé lesiva né tanto meno mortale, perché le armi taser sono in qualche modo tarate, ma è pensabile che qualcuno possa modificarne la potenza. Nei dati non risulta che il taser abbia causato decessi, ma decessi ci sono stati. Come mai? La scarica elettrica nel corpo non è micidiale, ma può diventarlo in rari casi per chi soffre di particolari patologie, specie quelle di natura cardiaca. Insomma, c’è chi può morirne e chi usa il taser non può sapere chi ha di fronte e di cosa soffre la sua vittima.
La comparsa del taser negli episodi di criminalità in Abruzzo è, quindi, una novità preoccupante. Ce n’è quanto basta per allertare tutti e predisporre misure adeguate. O vogliamo ancora una volta far finta di niente?


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