Ance: “DEMOLIRE I RUDERI, SUBITO”


Pescara – Riceviamo: “I funerali di Stato non riparano. Le visite istituzionali sui luoghi dei disastri non prevengono.
Ad oggi sappiamo una cosa sola: l’Abruzzo interno, come tutta l’Italia Appenninica, rischia di scomparire trascinando con se chi ci abita.
Abbiamo capito che l’adeguamento sismico di tutto il patrimonio è impossibile, per ragioni economiche ma anche per l’obiettiva impossibilità di eseguire gli interventi, e il Governo ormai ce lo dice chiaramente e ripetutamente.
Il dubbio legittimo è che si voglia buttare addosso ai cittadini, ai costruttori, agli impiegati comunali che rilasciano le autorizzazioni… la croce della responsabilità dei disastri e della mancanza di cultura di prevenzione. Un atteggiamento manipolativo, dello scarica barile, che non salverà la vita e neanche il patrimonio. Torna nuovamente tutto sui tavoli della magistratura, si chiude così e… avanti la prossima tragedia.

Dunque, la domanda è: come salvare le vite e la storia che è anche il nostro futuro?
E’ evidente dal livello del dibattito che il Governo una soluzione non la ha e che, soprattutto, non la sta cercando.
Invece IL DIBATTITO VA APERTO E DEVE ESSERE SULLE SOLUZIONI: giammai dobbiamo consentire che la questione sia aggirata e anche a mezzo inchieste per disastro colposo. Abbiamo invece il dovere di programmare piuttosto che affidarci alla roulette russa dei terremoti e dei disastri: l’innovazione tecnologica raggiunta e l’alto profilo degli intellettuali e professionisti sono la chiave verso una SOLUZIONE CHE VA SCOPERTA. Cominciamo subito a studiarla.
Da sempre aspettiamo un piano di investimenti pubblici per prevenire i rischi derivanti da calamità naturali e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati: gli strumenti per tutte le tipologie sono la leva fiscale e l’estensione del bonus del 65% e oltre.
Cosa faremo dei borghi che caratterizzano l’Abruzzo e che ne rappresentano l’alto valore turistico, dunque, lo dobbiamo ancora scoprire, e impiegheremo diverso tempo. Cosa fare in città moderne come Pescara, invece, lo sappiamo benissimo perché è evidente.

Ebbene, la via da percorrere subito è la DEMOLIZIONE DEI RUDERI privi di valore artistico ed architettonico: bisogna avere la determinazione lungimirante di demolire tutto il patrimonio vecchio ed anonimo perché questo può costituire SOLO UN PERICOLO E NON UN VALORE. ASPETTARE UN DISATRO e’ COLPEVOLE.

Esistono già, in parte, alcune norme per procedere alla riqualificazione urbanistica: il rifacimento integrale delle aree degradate, o anche di singoli edifici che sono ormai una parte importante dell’abitato attuale, passa attraverso la DEMO-RICOSTRUZIONE ed è questo strumento che qui va incentivato e spinto a tutti i livelli. Dunque, applichiamo e recepiamo subito le regole del caso, rendendole il più possibile snelle, ciascuno per la propria Città/Comune, invece di tenere fermi nei cassetti i tanti progetti esistenti.

Qualcuno potrebbe dire che al Comune di Pescara la parola “snelle” e’ sconosciuta.
Allora proponiamo al Sindaco di smentire subito e spingere insieme a noi sui vari tavoli per accelerare un ITER PARLAMENTARE FINALIZZATO A MODIFICARE LA LEGGE URBANISTICA in vigore, in base alla quale oggi chi demolisce e non ricostruisce immediatamente e perde il diritto edificatorio: questo obbliga di fatto i proprietari a mantenere in piedi fabbricati fatiscenti e pericolosi, aumenta il degrado e diminuisce la sicurezza sociale, culla la criminalità.

In sostanza, oggi demolire è quasi impossibile: è autorizzato solo il terremoto.
Una cosa è certa: se vogliamo adeguare almeno 1/3 degli edifici – e quindi salvare da subito 1/3 della popolazione -dobbiamo DEMOLIRE ADESSO.


30 Agosto 2016

Categoria : Attualità
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