Uno sciame ininterrotto, maligno e febbricitante


44 CCOMUNI ABRUZZESI DANNEGGIATI, PIU’ COLPITO IL TERAMANO -

L’Aquila – Una pagina del bollettino dell’INGV (istituto di geofisica) non basta più. Per sapere cosa è successo semplicemente nelle ultime tre ore, occorre scorrere almeno la seconda pagina e spesso anche la terza. Lo sciame simico è ininterrotto, febbricitante, si potrebbe dire estremo per quanto riguarda le nostre esperienze. Forse nel 1980 andò peggio, in Irpinia, ma allora il bollettino lo leggevano in pochi. Oggi c’è Internet e su ogni smart compare l’INGV, sollecitato la dita tremanti e sovente impaurite. Gente che vive, ormai, nell’ansia permanente e non sa più neppure se gli sarà consentito seguire il tg senza sentirsi tremare il divano sotto il sedere. Non parliamo poii del letto: si va a dormire (?) augurandosi almeno una nottata tranquilla di qualche ora, senza cuore in gola.
Lo sciame sismico colpisce mezza Italia, ma si sentono soltanto le scosse da 4 in su se si è lontani almeno 50 km dagli epicentri. Quelle più forti colpiscono tutto il territorio, Roma e la costa adriatica comprese. Quanto basta per diffondere la paura come raramente era accaduto in passato.
La gente è atterrita in tutti i centri della costa abruzzese. Chiunque racconta a chiunque dov’era e cosa ha visto, cosa sente e cosa teme. La psicosi certo c’è, ma purtroppo non lo è senza motivi solidi, non sono paure esagerate o fantasie. Il terremoto c’è, ha colpito tutti, ha fatto danni, ha impaurito, sta facendo fuggire decine di migliaia di persone. Decine di paesi e cittadine sono polvere. Gli specialisti dicono: non è finita. Potrebbero esserci altre scosse. Non si sa dove e quando. Ma il periodo, di solito, dura a lungo.
In Abruzzo, si apprende oggi, dovrebbero essere 44 i comuni da inserire nel cratere simico nato il 30 ottobre. 18 in provincia di Teramo, 14 in quella aquilana. Compresi grandi centri, come Teramo. L’elenco si forma in base ai rilievi dei vigili del fuoco, con dati della protezione civile. Ma tutto è da verificare, più facile che il numero salga, alla fine. Ricordiamo che nel cratere sismico del 2009 – quello aquilano – i comuni inclusi furono 56. Prevedibile che ci sia anche qualcuno intenzionato ad entrare nel cratere, ma bisogna fidarsi delle verifiche, che sono in corso. Poi si vedrà.


31 Ottobre 2016

Categoria : Cronaca
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