Prof.ssa R. Zacchia: “Morte di un sorriso”, nuovo libro sul disagio sociale


L’Aquila – (di Flavio Colacito). In questi ultimi tempi il disagio sociale è diventato oggetto di ampi dibattiti, confluendo spesso e tragicamente nella devianza. La Prof.ssa Rita Zacchia, pedagogista ed assistente sociale, nel suo ultimo libro “Morte di un sorriso”, Ape Editore 2016, affronta con chiarezza espositiva ed argomentativa, lontano da ogni schema accademico e con propositi divulgativi, il tema del disadattamento odierno, partendo dal bullismo giovanile, per arrivare al preoccupante fenomeno della ludopatia, con al centro il tema della famiglia lacerata da vecchie e nuove emergenze, che spaziano dalla violenza psicologica e fisica, dalla solitudine generata dall’incomunicabilità, ai temi di carattere economico che finiscono per creare diverse forme di ansia e incapacità di comunicazione e chiarimento tra i soggetti. La Zacchia, docente di ruolo presso il Liceo Torlonia di Avezzano (Aq), dove insegna filosofia e storia, ha alle spalle anni di esperienza nel campo del sociale, con un curriculum formativo nel campo delle scienze umane di primo livello. Il libro, nel complesso, è uno spaccato lucido e senza compromessi sulla realtà umana deteriorata dalla mancanza di regole comportamentali, dove viene a mancare il valore dell’individuo risucchiato dal vortice di un contesto sociale indifferente, orientato a deteriorare tristemente e pericolosamente la gioia di vivere, riducendo i soggetti più fragili ad un anonimato esistenziale dove viene a mancare la capacità di sorridere, da qui il titolo del libro. L’autrice si è avvalsa della sua esperienza didattica per tracciare quello che si presenta come un libro-cronaca, dove i protagonisti sono le vittime, le quali raccontano il malessere che emerge attraverso le esperienze derivanti dai vari casi di bullismo, ludopatia e crisi economica, un “pugno” allo stomaco dove il lettore si trova direttamente a confronto con la natura del problema, un lavoro che la docente, da fine pedagogista, ha pensato partendo dalla scuola quale luogo privilegiato per una didattica attiva, avvalendosi del supporto e del coinvolgimento dei suoi alunni. Il proposito della pedagogista è quindi quello di comprendere il valore della felicità quale equilibrio del rapporto mente-corpo, della consapevolezza delle azioni nel momento in cui si compie una scelta, della scoperta dell’amicizia anche da un semplice incidente di percorso, educando a pensare che da uno “scontro” può sempre nascere un “incontro”, che le parole possono “uccidere” più delle pietre, che il vizio si può trasformare in una torbida ossessione, che lo smarrimento di se stessi è dietro l’angolo quando cadiamo vittime delle trappole sociali, le stesse che cedono gradualmente il passo al peggiore dei mali: l’indifferenza. Con questo messaggio e con la professionalità di una docente consapevole del ruolo educativo e di sensibilizzazione della scuola, la Zacchia getta nuova luce su fenomeni di stretta attualità destinati a riempire ancora le cronache della nostra vita quotidiana , che non conoscono né limiti geografici, né distinzioni tra grandi e piccoli centri, auspicando un’azione preventiva e una maggiore attenzione delle istituzioni finalizzata a creare una coscienza individuale da tradursi in azioni di recupero delle persone vittime di abusi, là dove l’abuso è da intendersi nelle sue molteplici sfaccettature.


31 Dicembre 2016

Categoria : Cultura
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