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Luci sismiche, la scienza si impegna a spiegarle

15 ottobre 2017 @ 18:31 Categoria: Scienze

[1]L’INGN DEDICA SPAZIO E APPREOFONDIMENTI AL FENOMENO CHE SPESSO ACCOMPAGNA I TERREMOTI -

L’Aquila – (G.C.) – Certamente il sisma dell’Aquila dell’aprile 2009 ha dato una mano a stimolare gli scettici e ad approfondire le ricerche sul fenomeno delle luci sismiche o l luci telluriche che si manifestano ovunque nel mondo in occasione di sismi violenti, superiori al 5 Richter. Dopo il terremoto, molti si occuparono delle segnalazioni e delle testimonianze di chi osservò poco prima delle 3 e 32 le luci manifestarsi in cielo, anche vistosamente. Alcune esattamente in direzione di quello che risultò poi il punto di epicentro, nella zona di Roio.
Oggi è anche l’INGV, istituto di geofisica e vulcanologia, a dedicare spazio alle luci sismiche. Lo fa con correttezza scientifica, documentazione, approfondimenti, articoli molto interessanti, tra i quali quello a firma di Filomena Fotia, al quale ci riferiamo.
Le luci telluriche, dunque, sono un fenomeno reale anche per la scienza moderna, stimolata anche da molte immagini e filmati, oggi più abbondanti per la diffusione degli smartphone . Le luci, infatti, sono fenomeni effimeri e non riproducibili, che bisogna cogliere quando si verificano. Quasi sempre per caso o per fortuna.
Quando sta per verificarsi un terremoto in cielo appaiono lampi, bagliori, strisce luminose azzurre o verdastre, simili a lampi o aurore boreali. Chiarori diffusi, spesso anche intensi e qualche volta persistenti. Di solito paiono originarsi dal suolo verso l’alto. Come se emergessero dal terreno.
Non è una novità, se ne parlarono Plinio il Vecchio, addirittura Kant e numerosi cronisti e naturalisti di varie epoche. Sempre accostando le luci ai fenomeni sismici.
La spiegazione ancora non c’è, almeno non se ne accetta una sicura. Le ipotesi sono due.
Gas – forse radon – che emerge dal sottosuolo (aumenti di emissioni di radon, come sostenuto dallo studioso aquilano Giuliani), oppure radiazioni di natura elettromagnetica che reagiscono con l’atmosfera, in particolare ossigeno e azoto.
Tutto comunque in relazione con stress di strati rocciosi nel sottosuolo, sottoposti a pressioni: come avviene nelle faglie che generano il sisma. O si formano con il sisma cedendo e generandolo. Un effetto piezoelettrico ipogeo. Le luci telluriche, comunque, sembrano proprio di natura elettromagnetica.
Gli scienziati sono all’opera nel mondo. Il sisma aquilano ( e quelli successivi fino al Messico di recente) danno il loro contributo al lavoro intenso e costante per tentare di poter prevedere i terremoti , anche solo guardando il cielo.


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