Parco Sirente: turismo, ambientalisti contrari alle iniziative regionali


L’Aquila – (F.C.). La classe dirigente regionale si ostina nel finanziare con milioni di euro il turismo invernale all’interno del Parco regionale Sirente Velino, in aree di primaria importanza per habitat, fauna e flora in barba a precisi vincoli nazionali ed europei. L’attacco alla Regione arriva dalle associazioni Mountain Wilderness, Pro Natura Abruzzo, Salviamo L’Orso, Altura, Appennino Ecosistema, Lipu e Wwf che accusano la Giunta di aver deliberato un intervento per il “completamento infrastrutturale dei bacini sciistici di Ovindoli, Monte Magnola, di Rocca di Mezzo e Campo Felice, che prevede opere di mobilita’ multimodale per il miglioramento dell’accessibilita’ alle localita’ turistiche per euro 6.000.000″ con tanto di “collegamento funiviario tra gli attuali impianti sciistici di “Ovindoli Monte Magnola, Rocca di Mezzo e gli impianti sciistici di Campo Felice con impianto per la risalita di forti pendenze e per il superamento di discontinuita’ naturali, dotato di veicoli sospesi a cavi per il trasporto dei passeggeri”. Un intervento che non piace agli ambientalisti. “Non c’e’ pace per il Parco regionale – affermano – che puntualmente ogni anno vede politici locali e regionali proporre progetti di riperimetrazione dei confini, di lottizzazioni di intere aree naturali, di affidamento della gestione del territorio a fantomatici consorzi venatori, di immaginari stadi dedicati allo sci nordico per finire al devastante collegamento tra le stazioni sciistiche di Ovindoli e Campo Felice attraverso i Piani di Pezza, una delle aree naturalisticamente piu’ importanti del Parco regionale e dell’ Abruzzo intero, corridoio faunistico strategico per la fauna ed in particolare per l’orso bruno marsicano abituale frequentatore dell’area protetta. Un sogno nel cassetto, irrealizzabile, che periodicamente viene riproposto e che non tiene conto della sempre piu’ grave crisi del turismo invernale, dei cambiamenti climatici e dei moniti del Ministero dell’Ambiente che ha piu’ volte scritto alla Regione Abruzzo rammentando i vincoli esistenti nel Parco regionale e quelli europei ben piu’ stringenti di SIC e ZPS che fanno parte della Rete Natura 2000 e che, se infranti, porterebbero inevitabilmente ad una procedura d’infrazione europea con costi insostenibili per la comunita’ abruzzese”. “Tutto cio’ avviene – affermano i responsabili delle associazioni – nelle nostre aree montane con strade dissestate e senza servizi primari per i cittadini, dove da anni l’Ente Parco regionale non riesce a dotarsi del Piano del Parco a causa della colpevole inadempienza dei politici di turno, dove spesso si fa fatica a gestire l’ordinario, dove non si riesce neppure a realizzare in tempo utile la rinnovata seggiovia delle Fontari al Gran Sasso e dove vengono gettati al vento 3,5 milioni di euro per gli impianti sciistici e le relative piste di Camporotondo che puntualmente sono rimasti chiusi per problemi tecnici nel periodo delle feste natalizie. Tutto questo accade in Abruzzo, purtroppo, dove ci si ostina a proporre ‘investimenti a perdere’ di milioni di euro di denaro pubblico in progetti faraonici che non vedranno mai la luce e contro i quali – annunciano i rappresentanti delle associazioni – daremo battaglia a difesa dell’ambiente naturale, unica vera risorsa della nostra regione e patrimonio comune dei montanari e di tutti i cittadini abruzzesi”.


27 Febbraio 2018

Categoria : Cronaca
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