CLAMOROSI ERRORI DI TUTTE LE PREVISIONI: NON HANNO AZZECCARO NEPPURE IL GIORNO…
^[1]La stazione spaziale cinese in caduta libera è rinviato: erra previsto per questa mattina, ma non è avvenuto. Las stazione Palazzo Celeste non cadrà, come temuto, sul territorio americano.
Il periodo del possibile rientro, scrive l’ANSA, si apprende dall’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), è quello compreso fra le 20,00 del primo aprile e le otto del mattino del 2 aprile. Attualmente la Tiangong 1 si trova alla distanza da Terra compresa fra 166 e 176 chilometri e continua a scendere molto lentamente a causa delle condizioni estremamente tranquille dell’atmosfera, molto rarefatta, come indicano i dati dello Joint Space Operations Center (JSpOC) del Comando Strategico degli Stati Uniti.
Inspiegabilmente, per tutta la mattinata sono mancate o sono state oscurate in tv le notizie sul ritardo dell’evento, che teoricamente potrebbe riguardare l’Italia centro meridionale. La mancanza di notizie ( ci si aspettava la caduta in mattinata) ha creato sospetti e anche interrogativi con spiegazioni fantasiose o allarmistiche. Far mancare le notizie è sempre una scelta pessima, ma c’è chi continua a farlo.
Le notizie più aggiornate arrivano alle 13,30: la stazione ha rallentato, si trova a 170 km di altezza, entrerà in atmosfera a 120 km, ma non si sa quando. Gli esperti brancolano nel buio… spaziale. Ora si rifugiano imbarazzati dietro la imprevedibilità, sbagliano di ore e addirittura di giorni: impatto non oggi, ma domani, possibilità di errore ancora almeno cinque ore. La macchina celeste non cadrà in America né in Australia, l’Italia rimane a rischio (lievissimo) di beccarsi qualche frammento della stazione, che pesa ancora 7,5 tonnellate. All’attrito dovrebbe sopravviverne il 40 per cento, ovvero circa 3 tonnellate.
La gente tace e molti pensano: se non siamo in grado di capire come cadrà questa spaziale umana, cosa accadrebbe nell’ipotesi di caduta di un grande asteroide?
Meglio non pensarci.