Guido: un uomo, una Leica


L’Aquila – Leggere sul giornale della morte di Guido Cocciolone, e non trovare una sua foto, è assurdo. Lui che di persone ne aveva fotografate migliaia, negli anni remoti del giornalismo aquilano battagliero e avventuroso, con Il Messaggero sempre in trincea e una pattuglia di giovanissimi – tra i quali chi scrive , pseudonimo Nemo – quasi ogni giorno con lui, Giido, gigante buono e cuore d’oro.
Ma soprattutto obiettivo che non perdonava. Cocciolone lavorava con un’arma segreta, la sua piccola inseparabile fotocamera Leica. Una compatta, si direbbe oggi, che stava a pennello nella sua enorme mano e che lui puntava senza inquadrare. Scattava foto di cronaca che ritraevano i soggetti senza che lo sapessero, quindi ottime e spontanee. Nessuno si accorgeva della Leica chiusa tra le dita di Guido, maneggiata con consumata perizia. Venivano foto uniche, strepitose, vive come acqua di sorgente.
Guido era una persona ruvida, ma gentile e sensibile a conoscerlo bene. Un amico e un personaggio di un giornalismo fatto solo di passione e pochi soldi.
Davvero un altro mondo rispetto ad oggi e al piattume velinaro che spesso ci rattrista. Siamo contenti di esserci stati, in quegli anni, con Guido, un uomo, una Leica.
Le nostre condoglianze a Gianfranco Cocciolone, il collega figlio di Guido. Il suo dolore è anche il nostro.


29 Novembre 2018

Categoria : Attualità
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