“Ponte di Messina? No, L’Aquila”


L’Aquila – “Rimandiamo il ponte sullo Stretto di Messina per dieci anni per risanare e ricostruire L’Aquila”. E’ la “provocatoria” proposta lanciata oggi dal segretario nazionale della Cgil Guglielmo Epifani durante il congresso della Fillea Cgil a L’Aquila. “La nostra presenza qui oggi – ha spiegato Epifani – significa che non ci rassegneremo a lasciare le cose cosi’ come stanno. C’era bisogno di una tassa di scopo per ricostruire questa citta’ perche’ tutta la colletivita’ nazionale doveva essere chiamata di fronte ad una tragedia di questa portata. La ricostruzione dell’Aquila – ha aggiunto Epifani – non si fa senza risorse e senza una chiara volonta’ di ricostruire. E su questo punto manca chiarezza”.
“E’ stata una scelta molto bella quella della Fillea di venire qui a fare il congresso. Abbiamo di fronte un problema difficile e complesso: come dare a L’Aquila ferita una nuova dignita’ e nuova possibilita’ di tornare a vivere”. Cosi’ Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, e’ intervenuto oggi al congresso della Fillea Cgil, in corso a L’Aquila. “Io non ne posso piu’ -ha aggiunto Epifani- di una modalita’ tutta italiana secondo la quale se c’e’ un’emergenza o una catastrofe sale un’indignazione e un’emozione fortissima, tutti vanno nel luogo dove e’ avvenuta la catastrofe, pero’ poi passa il tempo e ci si dimentica di quelle comunita’, di quei problemi che spesso sono lasciati soli a essere affrontati da coloro che vivono o hanno subito quella calamita’. Ho sempre pensato -ha sottolineato- che piu’ che correre nelle prime ore, quello che e’ importante e’ tornare, tornare, mese dopo mese, anno dopo anno, per verificare se le cose si risolvono, o se le cose stanno ferme. E questo credo che sia per una grande organizzazione la modalita’ seria per raffrontarsi ai problemi che riguardano innanzitutto la condizione delle persone”. Epifani e’ quindi tornato sui danni causati dal terremoto. “I guasti prodotti dal terremoto -ha detto- sono enormi e le responsabilita’ molteplici. Che questa fosse -ha sottolineato- una zona sismica lo sapevano tutti, che qui vicino ci sia stato il piu’ grande terremoto di inizio secolo lo sanno tutti, che la stragrande maggioranza delle case e degli uffici pubblici non era a norma lo sapevano tutti e che si e’ continuato a costruire laddove non si poteva costruire lo sanno tutti”.


30 Marzo 2010

Categoria : Economia
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