Scuole a rischio, chi ne fu responsabile?


L’Aquila – Nell’elenco (noto da anni) degli edifici a rischio che abbondavano a L’Aquila, oggi le indagini frugano e scoprono situazioni quanto meno abnormi. Come scrive il giornalista Marcello Ianni, che sta conducendo delle inchieste per il suo giornale, Il Messaggero, dalle perizie ordinate dalla Procura emergono dati “che fanno accapponare la pelle”. Le strutture sono state trattate negli anni “in maniera becera”. Lavori di ristrutturazione, lavori sugli impianti elettrici e sugli impianti idrici “eseguiti senza tenere conto delle norme tecniche più banali”. Compromesse le vie di fuga in alcune scuole. Al San Salvatore, poi, è tuttora evidente ad un occhio attento che le strutture – anche se non crollate nel vero senso del termine – mostrano lesioni allucinanti. Pilastri spezzati, ferri spuntati fuori, staffe piegate e fuoriuscite, senza barre trasversali.
Il discorso si fa rigorosamente tecnico e spetta ai periti ogni valutazione, cosa che, si spera, verrà fuori dai processi.
Per il cittadino, tuttavia, già premono alcune domande. Le scuole (per l’ospedale il discorso è differente) fanno capo alla Provincia o al Comune, quindi sono stati questi enti, negli anni fino al 6 aprile 2009, ma soprattutto precedenti, ad aver fatto eseguire interventi “per la sicurezza”. Quale sicurezza? Ormai è chiaro che se il terremoto fosse arrivato a scuole piene, ci sarebbe stata una strage senza dimensioni, e almeno 2.000 morti solo nella facoltà di ingegneria, per ampliare il discorso. Provincia e Comune, tornando alle scuole, hanno delibere, carte, documenti tecnici, date precise per ogni diverso intervento: identificabili i funzionari, i dirigenti, gli ingegneri, i geometri, le imprese, i loro responsabili, i dirigenti dei cantieri, i collaudatori e infine coloro che hanno pagato i conti. Oggi si pretende che siano messe in luce tutte le responsabilità, di anno in anno, di lavoro in lavoro: le scuole erano in insicurezza, invece che in sicurezza. Impossibile cavarsela, oggi, recriminando e scavando in un passato che è ancora ben esplorabile. Chi fu responsabile di lavori inadeguati, malfatti, insufficienti o addirittura pericolosi sia chiamato a risponderne, almeno in nome della verità, se non della responsabilità penale.


19 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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