CISL, ricostruzione ma anche lavoro: molti poveri, e la zona franca non arriva


L’Aquila – AI CASSINTEGRATI 100 EURO DI MENO – “Senza lavoro L’Aquila scomparirà: pensiamo alla ricostruzione ma anche a occupazione e nuovi insediamenti capaci di produrre lavoro”. E’ quanto affermato dal segretario regionale Cisl, Gianfranco Giorgi, oggi in conferenza stampa. “Sono 1500, attualmente, i lavoratori in cassa integrazione in deroga. Percepiscono mediamente 800 euro mensili e ai quali e’ stata applicata una decurtazione, con il rinnovo della cassa integrazione a luglio, di circa cento euro al mese. Se ci sara’ una seconda proroga della cassa, a fine anno, il taglio previsto dalla normativa nazionale arrivera’ al 30 per cento”. Giorgi ha messo in evidenza come “per il territorio terremotato sia stata applicata una normativa nata per altri scopi. Il Governo centrale e la Regione”, ha detto, “devono prestare maggiore attenzione all’economia locale, agevolando l’immediata applicazione della zona franca, con finanziamenti certi e rapidi, che incentivino l’approdo all’Aquila di nuove realta’ imprenditoriali”. Gino Mattuccilli, rappresentante territoriale della Fim-Cisl ha sottolineato “la necessita’ che la Regione ragioni sul distretto industriale dell’Aquila, che sta continuando a perdere pezzi. L’emergenza terremoto non puo’ essere gestita come ordinaria amministrazione. All’Aquila c’e’ una profonda crisi industriale che si e’ aggravata con il sisma. Pensiamo a grandi aziende come Technolabs, con 150 addetti, che e’ in grandi difficolta’, alla Otefal, a rischio chiusura, al gruppo Compel. Abbiamo circa 600 lavoratori della grande industria in cassa integrazione, a cui si aggiungono i 1500 della cassa integrazione in deroga causa sisma”. Uno scenario fosco, che richiede interventi urgenti da parte delle istituzioni locali e del Governo centrale, dice la Cisl. Mattuccilli ha, infine, reso nota la delibera n° 179 del 28 luglio 2010, a firma del Commissario per il consorzio dello sviluppo del nucleo industriale dell’Aquila, Lorenzo Di Marzio, con cui il Consorzio chiede formalmente “la riacquisizione dei 22mila metri quadrati dello stabilimento ex Finmek di Pile. Nell’intento di mantenere tale polo di eccellenza e di indirizzarlo verso una trasformazione in polo d’innovazione, il Consorzio intende verificare la possibilita’ di esercitare su tale area il diritto di prelazione in base alla legge 448 del ’98, previa valutazione del complesso industriale ad opera di perito nominato dal Tribunale dell’Aquila”. La richiesta nasce dalla volonta’ “di salvaguardare lo sviluppo industriale dell’area dell’aquilano, peraltro depressa, e di favorire nuovi insediamenti”.


30 Luglio 2010

Categoria : Cronaca | Economia
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