Estate anoressica, esercenti tristi, ma anche prezzi alti e nessuna idea innovativa


Pescara – Ferragosto piatto come un mare senza vento. In qualche zona, come nel Chietino, già si segnalano cali di presenze e arrivi, a detta degli albergatori. I balneatori della Fab-Cna parlano di incassi senza entusiasmi, anche adesso che ferragosto è arrivato. Turisti ce ne sono ma chiedono vista mare, quindi gli alberghi e le pensioni interne fanno meno affari. Dipende dalle ferie spezzettate, sminuzzate in due o tre giorni, come si usa adesso. Chi può i suoi pchi giorni vuole farseli bene, in alberghi confortevoli. La Fab-Cna dai propri associati sente confermare la forte stagnazione durata tutta l’estate: l’83% degli esercenti infatti, denuncia un andamento sostanzialmente identico al 2009 della propria attivita’, niente di più a ferragosto. In un sondaggio condotto tra un centinaio di esercenti di stabilimenti balneari nei principali comuni costieri della regione, il dato relativo agli incassi di bar, ristoranti, pizzerie e servizi di spiaggia: secondo gli intervistati sono mediamente del 30% al di sotto della stagione precedente. Un flop – ben il 60% degli esercenti denuncia valori uguali o inferiori alla stagione precedente anche nei giorni immediatamente precedenti il Ferragosto, senza indicare previsioni piu’ rosee neppure per i giorni successivi – che e’ spiegabile soprattutto con la minore propensione dei clienti alla spesa. I motivi? In cima alle ragioni, la crisi economica che colpisce in modo significativo i consumi delle famiglie. La flessione della spesa – secondo il sondaggio, prima di avventurarsi alla cassa ben il 73% degli ospiti verifica con attenzione i prezzi e la qualita’ dei prodotti – rimodella le abitudini alimentari dei vacanzieri presenti negli stabilimenti balneari abruzzesi, che ristrutturano i propri consumi in tempo d’estate guardando al portafoglio: meno soste nei piu’ dispendiosi ristoranti, largo a luoghi piu’ economici come pizzerie, bar, tavole calde.
Come si sono difesi gli esercenti? La maggior parte, solo aumentando i prezzi nei bar, nei ristoranti, nelle pizzerie, spesso abbassando la qualità e … l’attenzione alle esigenze fiscali. In molti ristoranti il menu per il cliente è sparito, le porzioni sono minime, la qualità decisamente bassa e i prezzi altissimi. Fa sicuramente più affari chi offre cibo migliore in quantità decente, a prezzi onesti. Magari senza ricevuta, nemmeno a dirlo. Mancano idee, iniziatve, offerte, diversificazioni. La Romagna si è difesa così, l’Abruzzo… attende tempi migliori e non trova altro da fare, se non tenere – in molti casi – i prezzi alti.
(Nella foto la Nave di Cascella a Pescara)


13 Agosto 2010

Categoria : Cronaca
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