Protesta 20 novembre, contro chi?


L’Aquila – L’Italia demolisce Pompei, ieri. Oggi Fini (nella foto oggi a Bastia Umbra) atterra Berlusconi, dopo sole 24 ore. Lo ha fatto oggi a Bastia Umbra, nell’affollata convention di FLI, nella quale il leader ha chiesto che il governo si dimetta come premessa di ogni altro discorso. Berlusconi è al capolinea, presumibilmente, e con lui il suo governo. Una crisi dagli sbocchi ancora non delineati; il paese non ha da guadagnare, men che mai il cratere sismico o L’Aquila. La città di Federico II frantumata dal sisma non saprà più a chi indirizzare le sue proteste e richieste. Ergo, la protesta del 20 novembre non avrà, come al momento sembra, interlocutori. Contro chi protestare, se Bertolaso già non c’è più, e Berlusconi si avvia sulla stessa strada? Le due B tanto “care” agli aquilani prima delle carriole, poi dei cortei e degli sberleffi, delle fiaccolate, e ora del 20 novembre, non sapranno bene a chi chiedere la zona franca (mai davvero esistita neppure sulla carta), il rinvio delle tasse, risorse per il commercio e i precari, per i disoccupati e gli smarriti, e forse nemmeno per gli assistiti, che sono – non dimentichiamolo – ancora oltre 41.000. Della ricostruzione, non parliamo neppure: nessuno sa cosa sia e quando sarà qualcosa.
La manifestazione del 20 novembre dovrebbe essere apolitica, solo nero e verde, i colori della città. Ma niente in qaesto paese è davvero apolitico. Infatti, il PD ha fatto sapere ad alcuni giornali, pur nella sua arcinota incapacità comunicativa che rientra nel momento di confusione bersanesca, di voler aderire. Niente bandiere, ma Bersani sì. E con lui altri vip politici, tipo Di Pietro. Così, almeno, si va dicendo. Migliaia di persone in piazza e in strada, che dovrebbero giungere con bus da molte regioni, attirano qualsiasi formazione politica. Del resto, tutto ciò che è comitato, associazione popolare, ha sempre un colore politico, una vicinanza e una contiguità a qualche parte o ideologia. Impossibile il contrario. I politici, pur restando spesso nell’ombra, cavalcano le situazioni. Penetrano. Dunque il 20 ci sarà il popolo, ci saranno i terremotati, ci saranno L’Aquila e forse anche l’Abruzzo, ma non ci sarà la parte verso la quale puntare e scoccare gli strali: il governo. La visita di Berlusconi premier di un governo, martedì, potrebbe essere l’ultima occasione di vederlo nella veste di chi conta. La goliardìa di chi dice di volergli cantare “Good bye Rudy tuesday” sarà, tutto fa pensare oggi, l’ultima occasione di ironizzare sul premier da premier. Poi cominceranno le rottamazioni, e non solo quelle democrat dei gagliardi giovani guidati dal sindaco di Firenze: potrebbero essere più estese. Comunque vadano le cose, L’Aquila e il suo doloroso sodalizio di sofferenti terremotati non hanno davanti prospettive incoraggianti. Il peggio in politica non è mai venuto, ma sempre in arrivo. Peggio per chi è colto dalla tempesta con le vele stracciate e la barca che fa acqua. Noi stiamo peggio: le vele non le abbiamo più, e la barca è quasi piena d’acqua.


07 Novembre 2010

Categoria : Politica
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