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E se il Vaticano aprisse la borsa?

13 luglio 2009 @ 19:00 Categoria: Editoriale

“Sine ira et studio”, come vuole Tacito, qualcosa da dire su Collemaggio senza sponsor (ma come, non doveva pagare Obama il restauro? Perchè non lo hanno portato almeno a vedere Collemaggio? Che sciocchezza…), qualcosa, dicevamo, c’è da osservare. Se gli americani non pagano, qualcuno che potrebbe sborsare un po’ di soldi c’è: lo stato estero del Vaticano. Se il Vaticano aprisse le sue capienti scarselle, Collemaggio potrebbe trarne dei benefici. Non diciamo che il papa debba pagare tutto il conto, che è salato (11 milioni, si ipotizza), ma che una sostanziosa mano potrebbe darcela. Sempre “sine ira et studio” (cioè serenamente, intendeva Tacito), osserviamo che da tutto il mondo arrivano doni e soldi (non sappiamo quanti, ma arrivano: chi sa quando tireranno fuori l’elenco), meno che dal Vaticano. Che ci stia preparando una sorpresa? Se il papa tedesco riscattasse i secolari mugugni della chiesa nei confronti di papa Celestino V, le mai del tutto chiare riserve, le ritrosìe verso l’uomo dello spirito e del perdono gratuito (la chiesa si faceva pagare), Collemaggio risorgerebbe. Il papa teologo ci farà una sorpresona? Speriamo. La stima del mondo (fedeli e non fedeli, atei e credenti) per Benedetto XVI crescerebbe come d’incanto. O nascerebbe in chi non ce l’ha per niente.


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