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Comune, di male in peggio

28 febbraio 2011 @ 18:55 Categoria: Politica

[1]L’Aquila – “Il consiglio comunale, riunito oggi al palazzo dell’Emiciclo, ha discusso la delibera di revoca della precedente deliberazione consiliare relativa alla variazione di destinazione d’uso di un’area, di proprietà della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, destinata ad attrezzature generali e direzionali. Al momento del voto si sono registrati 18 presenti. La votazione è risultata pertanto infruttuosa e la seduta è stata sospesa per mancanza del numero legale”.
Fin qui la stringata nota diffusa dal Comune stesso. Commenti? Superflui, la situazione va precipitando e la città si incarta ogni giorno di più sulla propria incapacità politica e sulle trame sotterranee per far cadere il sindaco. Del quale, fra l’altro, la Fondazione 6 Aprile ha a gran voce chiesto ancora le dimissioni in relazione al piano di emergenza dichiarato bello e fatto, ma che nessun cittadino aquilano conosce neppure a grandi linee. Mentre la Regione scrive che “è in fase di approvazione”. Due anni dopo, anzi 23 mesi, il sisma dell’aprile 2009. Basterebbe questo per capire che ormai in Comune le cose non funzionano più neppure approssimativamente.
Che il sindaco debba cadere sembrano pensarlo in molti, in consiglio comunale, e sicuramente non soltanto dell’opposizione. In fondo, lo percepisce anche lo stesso sindaco Cilanete, che in un’intervista alla Adnkronos fa palesi riferimenti a questo argomento.
Per il bene della città, ci sono da fare due cose: o riuscire a governare quel poco che rimane (i commissariamenti piovono come chicchi di grandine da Roma) restituendo al primo cittadino la possibilità di guidare la città nel momento più difficile della sua storia moderna, oppure farla finita. Andare avanti come sta avvenendo è impossibile. Non serviranno dei geni della politica per capire una cosa così semplice. Basterebbe il buonsenso di un padre di famiglia. La politica aquilana riuscirà a trovarne almeno una minima quantità? La dose infinitesimale sufficiente per non subire il terremoto continuo di un interminabile momento nefasto?


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