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Strage in Giappone

14 marzo 2011 @ 10:38 Categoria: Cronaca

L’Aquila – (di Federico Vittorini, Liceo Classico D. Cotugno – L’Aquila) Pubblichiamo integralmente il pensiero di uno studente aquilano duramente colpito dal terremoto dell’Aquila che con poche ma significative parole descrive un sentimento comune a molti aquilani.
“Ieri mattina, è arrivata la notizia anche in Italia: è stato terribile vedere quelle immagini dell’impressionante scossa, di magnitudo 8.9 che ha causato un distruttivo tsunami con più di 1.400 morti e centinaia di dispersi. Sembrava all’inizio rivivere quel maledetto 6 aprile 2009, quando il terremoto lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Comunque ciò che è successo in Giappone, è la prova che qui in Italia purtroppo ancora non riusciamo a raggiungere un livello accettabile di prevenzione e organizzazione; c’è da precisare che i morti in Giappone non sono stati causati dal terremoto più forte del secolo, dopo quello che ha colpito il Cile nel 1960 di M 9.5, ma dal conseguente tsunami. Qualunque sia il bilancio nel paese nipponico, è sconvolgente, ma ciò che mi ha colpito di più delle immagini che ho visto ieri alla televisione è che la gente, durante e dopo la scossa, quindi prima che arrivasse quel mostro chiamato tsunami, aveva un livello di tranquillità altissimo e appunto come già detto prima di organizzazione che nel nostro “bel” paese ve ne è assai poca.
Il presidente del Giappone, subito dopo la scossa, non ha pensato a mettersi giacca e cravatta per apparire in televisione, come succede qui in Italia, ma aveva addosso solamente un K-way, con il viso e il corpo vistosamente ricoperto dalla polvere bianca. Io, come tutti noi che siamo passati in mezzo ad una strage, esprimo tutta la mia vicinanza a tutti quei bambini e a tutti quei ragazzi che da un giorno all’altro si sono ritrovati orfani di uno o di entrambi i genitori. Esprimo tutta la mia vicinanza a quei genitori che hanno perso i figli e alle persone che in questo momento hanno bisogno di tutto, anche di una semplice pacca su una spalla, da chi non ha perso nulla in questa tragedia: forse un po’ di quell’umiltà che è mancata ad alcuni dei cittadini Aquilani che non avevano nulla da piangere in quei giorni risalenti a due anni fa.”


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