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ATER, lavori in ritardo o non iniziati

3 luglio 2011 @ 12:43 Categoria: Cronaca

[1]Roseto – “27 MESI DA SISMA, SITUAZIONE INACCETTABILE” – Pio Rapagnà, foto, Mia Casa Abruzzo, scrive: “Il Mia Casa d’Abruzzo è da mesi e mesi che chiede alle massime Istituzioni regionali di “esporre pubblicamente” quali e quanti siano stati gli eventuali ostacoli che sino ad ora hanno impedito la “progettazione, programmazione, ricostruzione e messa in sicurezza antisismica” della Edilizia Residenziale Pubblica Regionale e Comunale.
Non è infatti più accettabile che, nonostante le risorse finanziarie pari rispettivamente a 107 milioni di euro per gli interventi da effettuarsi sugli immobili di proprietà dell’ATER e 43 milioni di euro per gli interventi da porre in essere sugli alloggi di proprietà dei Comuni, a 27 mesi dal terremoto, gli interventi di “ricostruzione” non siano ancora concretamente e sostanzialmente iniziati.
Il Mia Casa ha inoltre presentato al Consiglio una “Proposta di Legge Regionale ad hoc” sulla ricostruzione, riparazione e messa in sicurezza antisismica della edilizia residenziale pubblica che, per competenza costituzionale, attiene proprio e direttamente alla Regione Abruzzo. Sino ad oggi, l’intervento legislativo del Consiglio regionale, di indirizzo e di controllo, non c’è stato, mentre l’appello “quotidiano e accorato” degli Inquilini ancora sfollati non è stato “raccolto”.
Migliaia di famiglie sono ancora sfollate e disperate, diverse addirittura abbandonate a se stesse e alle loro difficoltà quotidiane, senza che i soggetti attuatori responsabili si rendano conto della entità e gravità “sociale” della “manifesta” incapacità a risolvere fin anche le più piccole questioni burocratiche e assistenziali.
Se il Consiglio Regionale si fosse “veramente impegnato”, e se la struttura commissariale avesse coinvolto sin dall’inizio le “Istituzioni elettive” ed i loro innumerevoli e costosissimi “enti strumentali”, in pochi mesi si sarebbe potuto riconsegnare a molte famiglie una abitazione stabile e sicura.
Sotto gli occhi assenti delle Istituzioni regionali e Comunali, è accaduto “anche” che molte di queste famiglie, per non perdere diritti acquisiti in qualità di inquilini e di assegnatari, siano state costrette a rientrare, spesso a loro rischio e pericolo, in alloggi ed edifici classificati, alternativamente, di categoria A, B e C ma anche di categoria E, agibili ma anche non abitabili: e quasi tutti a stare a guardare il “dramma” che va in scena da mesi e mesi e anche in questi giorni.
E’ necessario e urgente ritrovare, da parte di tutti, il “senso della realtà effettuale delle cose”, a cominciare proprio dal Consiglio Regionale, il quale si convochi in seduta straordinaria prima della pausa estiva e approvi una “Legge ad hoc” sulla ricostruzione, in attesa che lo stesso Parlamento si pronunci sulla Proposta di Legge di iniziativa popolare e sulle altre Proposte di Legge presentate direttamente dai Deputati del Gruppo Radicale e di altri Gruppi Parlamentari. In questi giorni la situazione si è fatta davvero “seria”, ed è importatissimo capire se “effettivamente” il Commissario e Presidente della Regione Gianni Chiodi, il Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, il Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano e tutti i Gruppi Consiliari abbiano davvero la intenzione e la volontà di “riparare, ricostruire e mettere in sicurezza” un prezioso patrimonio abitativo della intera comunità regionale”.
(Ndr) – In un paese serio chiunque sia titolare delle responsabilità nel campo dell’edilizia residenziale, a 27 mesi dal terremoto e con tanto di soldi pronti, sarebbe stato semplicemente licenziato insieme con chiunque altro condividesse ogni tipo di responsabilità su ritardi tanto vistosi e inspiegabili. Ma qui si sceglie la scenetta della consegna di due o tre appartamenti, come è avvenuto a L’Aquila, nemmeno ben preparati.


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