Toffolini e il paesaggio guilmese


Guilmi – 30 anni dopo l’operazione abruzzese di Beuys, Nicola Toffolini interviene nella stessa regione, individuando tensioni all’interno del paesaggio naturale guilmese, studiandone l’origine e cercando di incanalarne lo sviluppo. In nome di una sopravvivenza alternativa tramite atti di resistenza.
La Val Sinello, all’interno del territorio di Vasto, è in continuo movimento. Calanchi di terre erose e splendidi campi da coltivare si alternano in un panorama premontano; i campi scoscesi sono spesso un azzardo alla legge di gravità: i trattori ci si arrampicano come sherpa tibetani, gli abitanti del luogo sono convinti di vedere le colline muoversi e antichi tratturi solcano paesaggi che ricordano la pelle incavata dei vecchi abruzzesi che s’incontrano nei vicoli dei paesi. Querce solitarie e boschi solcati da antiche mulattiere nascondono le fonti d’acqua, dove alla fine arrivano tutti i sentieri, quasi fossero vie consolari convergenti all’urbe. Il processo di erosione non ha risparmiato queste vie arboree rischiando di trascinarle nell’oblio.
Nicola Toffolini, a Guilmi tra luglio e agosto 2011, svolge un’indagine sul territorio circostante il paese e ne presenta i risultati l’11 agosto, in tre istallazioni sul percorso di vecchie interpoderali, visibili fino a quando l’inevitabile entropia le risucchierà all’interno del proprio ordine naturale.


11 Agosto 2011

Categoria : Cultura
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