Liberiamoci della burocrazia


Gli Alpini hanno messo in piedi in pochi giorni un efficiente ospedale a Milano. Altrettanto ha fatto Bertolaso, anche dalla quarantena, sempre con un ospedale. Non parliamo del ponte di Genova, ma anche quello va avanti spedito. Lasciamo andare tanti altri esempi di cose fatte bene e presto. Tutto a dimostrare che se si vuole si può.
Parliamo invece delle mascherine o del tragicomico pasticcio on line all’INPS. Frutti malsani della burocrazia imprevidente, inerziale, drammatica durante le tragedie come il virus insegna.
Approfittiamo delle circostanze, sia pure tragicvhe, per librarci della burocrazia, per cancellarla, ridurla all’angolo o costringerla a modificarsi: impresa forse impossibile. Come si fa?
Si comincia a licenziare gli inefficienti, partendo però dall’alto, perché non devono saltare solo gli stracci.
Se il macchinista di un treno non lo sa guidare, lo licenziano. Se il capocantiere non sa fare il suo lavoro, va a casa. E così via. Perché un elefantiaco e strapagato burocrate pasticcione combina guai, ma rimane sempre al suo posto, e non viene mai punito?

PENSIERINO – La primavera avanza, cespugli e piante fanno fiori. Come se niente stesse accadendo. L’umanità conta davvero poco per la natura. Meno di un virus.



02 Aprile 2020

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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