Acqua, fondati rilievi di PRC


Pescara – La notizia della chiusura dell´ennesima inchiesta della procura di Pescara dal titolo eloquente “Partito dell´acqua” conferma un decennio di battaglie di Rifondazione Comunista e movimenti. Lo sostengono Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC, e Corrado Di Sante, segretario provinciale di Pescara.
“Siamo di fronte all´ennesima inchiesta – dicono – infatti solo alcuni giorni fa sono stati rinviati a giudizio il direttore dell’Aca Bartolomeo Di Giovanni e l’ex presidente dell’azienda acquedottistica, Bruno Catena per lo scandalo delle assunzioni clientelari.
Implicati nelle varie inchieste spiccano non solo i politicanti di entrambi gli schieramenti ma buona parte della struttura amministrativa di Ato ed Aca dal 2003 ad oggi.
L’indagato Giorgio D’Ambrosio ci attaccava definendoci “un partito destinato a scomparire per il suo integralismo”. Rivendichiamo con orgoglio la coerenza e la competenza con cui abbiamo difeso l’acqua bene comune dall’assalto dei forchettoni.
Il Partito dell´acqua come emerge dalle inchieste e dalle nostre battaglie è trasversale a PD e PDL.
Rifondazione Comunista per scelta non è mai stata presente nel Cda di Ato e Aca.
La gestione privatistica e partitocratica del servizio idrico l’abbiamo combattuta fin dal primo giorno a Pescara e Provincia quando un accordo trasversale tra sindaci di centrodestra e centrosinistra dette vita all’ACA spa durante il periodo natalizio.
Alle ultime elezioni provinciali ci siamo presentati autonomamente dai due poli (abbiamo perso il consigliere per soli 2 voti) perchè abbiamo rifiutato un accordo con il centrosinistra che prevedeva l’ingresso in giunta di D’Ambrosio e Di Matteo. Su questa posizione coerente fummo, come al solito, lasciati soli da SEL, PdCI, IdV che invece scelsero l’alleanza con questo sistema di potere.
È facile fare politica se a pagare è Pantalone ovvero i cittadini.
È vergognoso che oggi gli indagati vogliano far pagare la cattiva gestione dell´acqua, per la seconda volta, ai cittadini con l´aumento delle bollette.
Ottenendo il rinvio dell´assemblea dell´ASSI sia mercoledì 14 che mercoledì 28 dicembre abbiamo evitato l´ennesima brutta figura ai sindaci della Provincia di Pescara. I sindaci dovrebbero fare un passo indietro e recitare più di un mea culpa per la mancata vigilanza.
Bisogna abolire le Società per azioni che gestiscono l´acqua, perché si sono dimostrate: strumenti piegati al malaffare e fuori controllo. Un bene comune come l’acqua deve essere gestito da un´azienda di diritto pubblico non da una Spa in house.
Per questo la legge regionale sul servizio idrico va profondamente rivista dando seguito alla volontà popolare che si è espressa con il referendum ed introducendo forti elementi di partecipazione attiva di cittadini e restituendo ruolo e controllo alle assemblee elettive. Ora è la politica che deve dimostrare la capacità di riformare la gestione del settore idrico”.


01 Gennaio 2012

Categoria : Politica
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