Bisognerebbe mantenere la parola


Persino tra mercanti di granaglie bastava, almeno una volta, la stretta di mano. Nel senso che bisognerebbe mantenere sempre la parola data. Dovrebbero impararlo coloro che impersonano, nella vulgata popolare, il mondo politico. Le cose dette, una volta dette, vanno mantenute.
E’ così nella realtà quotidiana? Assolutamente no, e questo non può che esasperare i cittadini. Sono stati ridotti fortemente gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali? No, lo saranno non si sa bene quando. Sono stati aboliti i vitalizi ai politici? No, lo saranno, non si sa bene quando. Sono sparite le auto blu? No. Sono stati chiusi gli enti e gli uffici inutili? No. Sono stati ridotti, sforbiciati almeno, i compensi ad alcuni personaggi di spicco del doposisma? No. La loro opera sul piano pratico serve a poco o nulla, visto che la ricostruzione non c’è. Allora?
Ecco perchè bisognerebbe prima di tutto mantenere la parola. Forse è questo imperativo categorico di altri tempi e di altre tempre di personaggi, è ciò che manca di più, oggi. E causa quel senso di degrado e disfacimento collettivo che è la peggiore malattia del nostro tempo. E’ solo una nostra modestissima riflessione, un pensierino che zampetta nella mente. Ma forse un pizzico di verità lo contiene. Le cose semplici, come una stretta di mano, hanno – o avevano – un solido, significativo valore. Oggi non lo hanno più, e sicuramente non stiamo meglio di quando lo avevano ancora.



02 Gennaio 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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