Il PdL e la moratoria sulle cave


L’Aquila – (di Maurizio Acerbo, consigliere regionale RC) – Dall’esame degli emendamenti presentati sui provvedimenti all’ordine del giorno del consiglio regionale di oggi constato che solerti consiglieri del PDL già ne hanno depositati alcuni per cancellare la moratoria sulle cave e la nuova normativa sulla Valutazione d’Impatto Ambientale. Si tratta di una furbata che non fa loro onore perché è davvero squallido rimangiarsi un accordo raggiunto soltanto poche settimane fa in Consiglio. Devo purtroppo far notare che si tratta di norme intruse che soltanto violando la legge e regolamenti potranno essere poste in votazione nel Consiglio.
Spero che il presidente pagano le respinga come irricevibili. Comunque impatteranno con i miei subemendamenti.
I problemi seri si affrontano con lo studio e non con le sveltine a cui ci ha abituato la storia dell’Abruzzo.
Come mi aspettavo subito ci si attiva rispondendo alle richieste delle lobbies che hanno trasformato la Regione verde d’Europa in una gruviera e una pattumiera di rifiuti tossici.
Faccio notare che la moratoria sulle cave e la normativa VIA proposte dal sottoscritto hanno ricevuto un unanime plauso delle associazioni ambientaliste e dei comitati di tutto l’Abruzzo. Non avevo ancora finito di complimentarmi con Chiodi e il PDL per l’aver accettato delle proposte di Rifondazione che già se le rimangiano.
La presa di posizione dei presidenti regionali di Confindustria Abruzzo, Ance Abruzzo, Act, Arca e Confapi contro la moratoria sulle cave mostra chiaramente che il vecchio in Abruzzo non si annida soltanto nelle stanze della politica o della burocrazia.
Ovviamente non siamo sorpresi perché è proprio per assecondare questa visione primitiva dello sviluppo economico (e gli intrecci tra politica e affari) che la Regione Verde d’Europa ha dimenticato per 29 anni di predisporre un piano previsto dalla legge fin dal 1983.
Una norma transitoria che dura 29 anni è una vergogna! Ormai l’Abruzzo è una delle pochissime regioni italiane prive del piano cave e di questo dovrebbero lamentarsi Confindustria e ANCE.
Invece scelgono la strada della disinformazione lasciando intendere che il Consiglio regionale abbia bloccato le attività estrattive, mentre la moratoria riguarda soltanto le nuove autorizzazioni.
Simile atteggiamento mi ricorda quello di certi big della sanità privata che inviavano i propri dipendenti a protestare sotto la Regione ogni volta che Rifondazione o pochi altri proponevano di introdurre regole più incisive.
Particolarmente cinico poi l’uso della questione della ricostruzione che non è certo ferma per colpa degli ambientalisti o dei Rifondazione Comunista.
Se una moratoria fosse stata approvata negli anni passati – e Rifondazione la propone da anni – probabilmente l’Abruzzo avrebbe da tempo un piano cave. E’ ipocrita l’atteggiamento delle organizzazioni (im)prenditoriali: dopo 29 anni di far west invece di chiedere una rapida approvazione del PIANO CAVE invocano la cancellazione della moratoria!
Approvando la moratoria e le norme per la pubblicità della VIA il Consiglio regionale ha posto fine a un assalto indiscriminato al nostro territorio e al nostro paesaggio spesso realizzatosi senza neanche informare le comunità locali.

P.S.: a chi ci accusa di bloccare lo sviluppo della Regione consiglio di guardare on line la trasmissione di Riccardo Iacona Presa Diretta andata in onda domenica su Rai 3.
Iacona ha dimostrato ampiamente quanto a battaglia che sto conducendo in consiglio regionale contro la scelta degli inceneritori in Abruzzo sia in sintonia con le realtà più avanzate (San Francisco) e quanto invece la lobby dell’incenerimento rappresenti la prosecuzione del vecchio e dispendioso ecobusiness nostrano.


24 Gennaio 2012

Categoria : Politica
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