Il ponte del mare e le incompiute aquilane


alboremasciaL’Aquila – Pescara è, più di sempre, città sorella e lo ha dimostrato anche dal 6 aprile in avanti. Ci riempie di ammirazione e di orgoglio abruzzese lo splendido ponte sul mare, lungo il quale oggi il sindaco Albore Mascia ha passeggiato. Quando l’amministrazione D’Alfonso lo voleva, Arbore Mascia era tra i critici. Ma questa è la politica: oggi è felice di inaugurarlo e speriamo che qualcuno si ricordi di D’Alfonso e dei suoi, anche perchè l’ex sindaco finora è un uomo innocente e le sue vicende giudiziarie non possono influenzare o precorrere giudizi.
dalfonso-luciano1Pescara ha un’opera di rara e ammirevole eleganza, finalmente qualcosa di eccellente da vedere recandovisi apposta (sotto il profilo monumentale). E’ una città che dedica al mare qualcosa di bello, quel filo leggero che da lontano unisce le due riviere, ma soprattutto guizza sulla città crescente e palpitante tra l’Adriatico e la Bella addormentata. Il ponte è stato realizzato a tempo di record e a settembre sarà aperto. Che deprimente malinconia per gli aquilani (molti dei quali sinceramente contenti del ponte) abituati a incompiute innumerevoli, deleterie, a sprechi mostruosi di denaro (la metro), a pezzettini di strade inaugurati dopo 31 anni oppure non ancora (la variante di Pile) dopo sei-sette anni, a lavori abbandonati, cantieri invasi da rifiuti ed erbacce, a strade con i marciapiedi lasciati senza asfalto da imprese dioneste che nessuno controlla, a luci spente per mesi o anni, fontane sporche, ad uno stadio incompiuto (quello di Acquasanta) nonostante sia dovuto allo sport cittadino, il rugby. Non intendiamo fare elenchi: ci vorrebbero spazio e tempo illimitati. Per vedere delle opere compiute in fretta, come le case, ci voleva un terremoto. Lo stesso che ha messo ko un palazzo regionale (accanto all’emiciclo) lasciato abbandonato per decenni, e una sala assembleare costosissima che non poteva funzionare, e ora è abbandonata come tutto il resto. Lo stesso che ha ridotto all’angolo il palazzo di giustizia del 1969, ma non ancora terminato! L’Aquila amara degli incapaci a schiere, dei disonesti con le redini in mano, di coloro che le hanno sempre fatto del male più della natura. Se della natura è colpa la distruzione di oggi, che ha colpito una città a tutti nota come a rischio sismico, e ricca di edifici nuovi e vecchi assolutamente non antisismici!
Auguri a Pescara, che continui a saper crescere, magari un po’ più correttamente, non perda la sua identità di città con i piedi per terra, concreta, vocata ad essere una piccola metropoli abruzzese. Gli abruzzesi, appunto, le vogliono bene anche perchè lei ha saputo volerlo per prima. E lo ha dimostrato con i fatti, subito, senza… incompiute. (Nelle foto: Il sindaco Albore Mascia e l’ex sindaco D’Alfonso)


27 Agosto 2009

Categoria : Cronaca
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