“Il dio degli Inferi visitò L’Aquila”


iva_polcina2L’Aquila – * IVA POLCINA, è nata a Capestrano nel 1944. Vive tra Bussi e Capestrano dopo lunghe parentesi trascorse in Lombardia, in Liguria e in Grecia. Per la sua attività letteraria ha conseguito premi e riconoscimenti, tra cui il Premio della Giuria del “Fiorino d’Oro”. Ha partecipato a lezioni di teatro dirette da Giorgio Albertazzi nella città di Volterra, nel 1996 e nel 1998. Ha ricevuto inoltre il Premio “Giorgio Albertazzi” per la poesia “L’Ombra della sera” e per la sua opera complessiva. Nel 2004 si è classificata al secondo posto per la Poesia edita al Premio Internazionale Emigrazione, con il volume “Terre di Guerrieri”. Primo posto nel Premio “Lettera d’Amore” di Torricella Peligna con la sua lettera d’amore diretta al “Guerriero di Capestrano”. Al suo attivo ha tre pubblicazioni di poesia: Signomi Ellas (Poggibonsi, 1988), Buonanotte Maestà (Empoli, 1996) e Terre di Guerrieri (Edizioni Noubs Chieti, 2002). E’ animatrice del Premio Internazionale “Guerriero di Capestrano” per la Letteratura e l’Archeologia.
* Nota biografica a cura di Goffredo Palmerini

La poetessa Iva Polcina ci invia i seguenti versi:

L’AQUILA ORE 3,32

Ore 3,32. Magnitudo 6,3
Il dio degli Inferi visita L’Aquila
Sussultorio, ondulatorio, rotatorio
ed è tragedia
e la regina dei cieli
Immota manet

O Aquila, tu giaci
col cuore squarciato
sola, inerme, stupita
ti guardi intorno
cerchi di scorgere i cieli
quelli del tuo passato
tenti di volare,
ma non riesci
le tue ali sono spezzate
non sostengono il peso

macerie indurite
penetrano la carne
squartano il cuore
hai tante, troppe ferite.
Dalle devastazioni
emergono anime
è la fine
la fine di vite segnate
da un sisma, che ha rapito
cavalli a dondolo, bastoni
corone d’alloro
e alle braccia di madri
i frutti d’amore ha divelto

L’ululato assordante del mostro
risuona nei vicoli
è dentro il tuo corpo
contorce le viscere
e lacrime confondono
linfa con sangue,

ma tu testarda e forte
rincominci l’ascesa
rotei il capo
Nord, Sud, Est, Ovest e poi corri
corri dietro al sole
il dolore è immenso
e lacrime si confondono con pioggia,
ma guardi in alto
ancora più in alto
e senti: DIN-DON DIN-DON
segui la scia
sono i rintocchi
i NOVANTANOVE RINTOCCHI

ricordi Piazze, Fontane, Castelli e Cannelle
e con la TUA REGALITA’ torni a volare
e voli sopra i cieli del Mondo
lassù fino allo ZENIT


27 Agosto 2009

Categoria : Dai Lettori
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