Edilizia e mutui fermi, mercato a picco: incredibile in una città… da ricostruire!


L’Aquila – OLTRE 97.000 OCCUPATI IN MENO IN UN ANNO – E’ incomprensibile, epidermicamente, che una città da ricostruire con centinaia di cantieri visibili ovunque (gru, recinti, macchine edili…) soffra di crisi profonda proprio nell’edilizia, ma i dati parlano chiaro e dicono che siamo in discesa libera: un altro settore febbricitante, come commercio, turismo, artigianato, agricoltura, industria. Praticamente tutto. La Confartigianato diffonde i dati, che lasciano senza parole.
I mutui casa sono sempre più cari, le compravendite immobiliari nel primo trimestre dell’anno sono scese del 17,8% raggiungendo i livelli del 2009 e per le costruzioni è crisi profonda: in un anno il settore edilizia ha avuto una flessione del -1,36% con 97.800 occupati in meno. Le cifre diffuse dall’Ufficio studi di Confartigianato non lasciano spazio a dubbi e fotografano una situazione drammatica: “Le rilevazioni del nostro centro studi – afferma Angelo Taffo – presidente di Confartigianto Abruzzo – disegnano uno scenario a tinte fosche: in un solo anno i mutui sono schizzati all’insù del 103%, una percentuale che ci allontana molto dal resto dell’Europa, dove i tassi sono inferiori al 62%. Sul fronte mutui – precisa il presidente dell’associzione degli artigiani – a fine 2011 lo stock di mutui alle sole famiglie consumatrici (al lordo delle cartolarizzazioni e per gli ultimi dati disponibili) era pari a 317.868,7 milioni di euro, ripartiti per l’80,7% nel Centro-Nord e per il restante 19,3% nel Mezzogiorno. A livello regionale gli aumenti maggiori che si sono registrati sono quelli di Abruzzo (9,7%), Trentino-Alto Adige (8,9%) e Umbria 7,6% mentre in coda si trovano Emilia-Romagna (2,4%), Liguria (2,9%) e Valle d’Aosta (3,1%)”. Gli italiani, secondola rilevazione, per pagare il mutuo erodono in media il 30, 9% del loro reddito, con punte del 39,2% in Lombardia. “Tra rincari e mutui – prosegue Taffo – sono in difficoltà sei italiani su dieci ed un 6% non riesce ad arrivare a fine mese. Si sta innescando un circolo vizioso e pericoloso. Se i mutui aumentano, le case rimangono invedute con conseguenze pesanti per il settore dell’edilizia. Tra giugno 2011 e lo stesso periodo del 2012 le imprese di cotruzioni sono diminuite dell’1,36% con un conseguente calo dell’1,67% anche delle imprese artigiane che rappresentano il 64, 2% del settore. Numeri che fanno spavento: se non si adotteranno al più presto soluzioni efficaci e concrete migliaia di piccole imprese rischiano di chiudere e moltissimi lavoratori perderanno il posto”. A pesare come una zavorra sulle aziende c’è anche il costo dell’energia elettrica. Dallo studio emerge, infatti, che la bolletta elettrica nazionale è la più cara in Europa. “Lo scorso anno gli imprenditori italiani hanno pagato 10.007 milioni di euro in più rispetto alla media europea – puntualizza Angelo Taffo – . Tra il 2009 ed il 2011 in Italia i rincari si sono attestati intorno all’11% mentre nell’UE si sono fermati al 5, 9%. C’è assoluta urgenza di una strategia energetica nazionale – conclude – per allineare i prezzi dell’elettricità per uso industriale, altrimenti è inutile parlare di competitività con gli altri paesi dell’UE”. A gonfiare la bolletta energetica contribuisce anche la pressione fiscale che incide del 21, 1% sul prezzo finale.


29 Agosto 2012

Categoria : Economia
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.