ASL unica, Abruzzo sempre più costiero: il PD dà fuoco alle micce, UDC e IdV non dicono di no


dalessandro-camillo-pdL’Aquila – UDC e IDV inclini a condividere l’idea, PD battipista. Il partito democratico, che ha menti e cervelli concentrati sulla costa, è per una ALS unica in Abruzzo e lo ha detto chiaramente ieri presentando a Pescara la propria proposta di legge per chiudere le aziende esistenti e l’agenzia regionale sanitaria. Tutto da concentrare nei prossimi mesi a Pescara, naturalmente, e il resto dell’Abruzzo costretto al pendolarismo permanente per ora e per sempre. Per gli ospedali dell’Aquila e di Chieti, la annunciata trasformazione in aziende sanitarie. Vista sul piano pratico e del risparmio, la proposta del PD appare senza dubbio giustificabile. Sul piano politico, si annusa e si percepisce la manovra per “accontentare” le due città (L’Aquila e Chieti) e i loro ospedali. La regia guarda ben più lontano e sogna un Abruzzo sempre più soltanto costiero.
L’Abruzzo lo conosciamo tutti, infatti, e c’è da chiedersi se tutto ciò non voglia dire, guardando bene, solo l’ennesimo spunto per “pescaresizzare” ogni centro gestionale e di potere. I politici continuano a proclamarsi rispettosi delle prerogative delle varie zone e soprattutto del capoluogo di regione, ma di fatto i nuovi – esattamente come i vecchi – operano per valorizzare la costa a scapito di tutto il resto del territorio abruzzese. In decenni di presunta evoluzione politica, i modi di agire e di pensare di detentori del potere nuovi e nuovissimi sono esattamente uguali a quelli del passato.
La differenza sta nel fatto che un tempo c’erano Gaspari e Natali, due big di indubbia statura, che all’Abruzzo davano a piene mani, senza mai creare attriti, disparità, rivendicazioni, frantumazioni sociali. Meglio loro? Di fatto con Gaspari e Natali, e con i loro sodali operanti in tutta la regione, “tutto” l’Abruzzo crebbe, magari ottenendo anche doppioni dispendiosi, ma crebbe. Oggi non cresce più nessuno: la politica, di qualsiasi colore, “pescaresizza” l’Abruzzo. Inesorabilmente, come un fenomeno naturale che nessuno sa arrestare o almeno modificare.
A conti fatti, un’unica ASL sicuramente porterà risparmi. Se fossimo in un paese giusto e affidabile, diremmo anche che le persone giuste potrebbero andare nei posti giusti. Ma siamo in situazione ben diversa e l’Abruzzo, grazie alla politica, può trovare nel suo carniere solo paurosi sprechi, inutili opere faraoniche, dilapidazioni spaventose di risorse senza benefici per la collettività, e uno svuotamento progressivo dell’intera regione a favore dell’area pescarese. Unica ASL? Bene, ma dovrebbe trovarsi quanto meno nel baricentro dell’Abruzzo, equidistante da tutti i luoghi. Invece si lascia già capire che sarà a Pescara, punto e basta. Sotto sotto, tutti i potentati politici sono d’accordo e il PD sta solo lanciando il sasso in piccionaia. Se vi aspettate reazioni e prese di posizione dalla maggioranza, aspettate pure. Alla fine, il voto sarà unanime. Addio, Abruzzo interno. Il capoluogo? Sicuro che c’è: sulla carta e per grazia ricevuta, specie dopo il terremoto. Quanto agli altri, dicevamo prima, UDC e IdV non sono contrari all’idea, il PdL per ora tace ma l’assessore alla sanità Venturoni ribadisce in un convegno a Vasto: “35 ospedali in Abruzzo sono troppi, lo capirebbe anche un bambino…”. Atmosfera risparmiosa dominante, il che vuol dire che l’argomento ASL unica, incentrato sul pretesto del risparmio, trova terreno favorevole: all’insegna del “tagliamo le spese”, può passare qualsiasi progetto. Tanto meglio se rientra nel disegno generale di concentrare l’Abruzzo sulla costa pescarese.
(Nella foto: Il capogruppo del PD Camillo D’Alessandro: i giovani la pensano come i vecchi, pescaresizzare l’Abruzzo…)


05 Settembre 2009

Categoria : Politica
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