Vallecupa, il paradiso violentato e oscurato


vallecupa_5aprileVallecupa di Fagnano – (di Ugo Colista) – Il Comune di Fagnano Alto ed il suo Capoluogo, Vallecupa, fino a qualche tempo fa erano conosciuti per l’eccellente tartufo, l’aria buona ed il verde sconfinato. Situato tra i comuni di Fontecchio e San Demetrio se ne stava tranquillo e sonnacchioso a godersi lo spettacolo del monte Sirente e della vallata dell’Aterno. Poca pubblicità e turismo mirato, fatto di seconde case e gente che ne sapeva apprezzare la tranquillità. Nel piccolo Comune della Valle Subequana, infatti, fino al 5 Aprile era quasi impossibile trovare una casa da restaurare o da affittare. Tutto esaurito! Inglesi, romani, napoletani, milanesi e ovviamente aquilani, come me, che per motivi di lavoro si erano dovuti trasferire in città.
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Gente che aveva ristrutturato la casa paterna, gente che a Pasqua o a Ferragosto era solita tornare.
Vallecupa è stata completamente distrutta dal sisma ma le cronache dei media l’hanno appena sfiorata e, al di la di qualche servizio sporadico, il silenzio ha continuato ad avvolgerla. E’ vero non ci sono stati morti (non voglio pensare cosa sarebbe successo solo una settimana più tardi) ma non credo possa essere una giustificazione. Forse, ma è una mia idea, è più facile e meno dispendioso non allontanarsi troppo da quelli che tutti definiscono il simbolo del terremoto.
Nessuna polemica per carità ma a volte basta veramente poco per offrire una informazione completa.
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Per fortuna c’è la rete, ed allora ecco che, come per incanto, trovi le foto di Vallecupa, Villa Santangelo, Pedicciano, Ripa ed altri piccolissimi paesi sui siti dei figli degli emigranti e sui social network.
Gente tornata per verificare, portare solidarietà e soldi raccolti nelle città o nazioni dove lavorano e vivono. E’ per questo che paesi come Vallecupa non moriranno mai, perché c’è troppa gente che li ama al di la di un passaggio in più o in meno su un canale televisivo. Le foto ed un video sono dedicati a tutti coloro che, come me, non dimenticheranno mai la terra che ha fatto germogliare il seme della loro vita.
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(Ndr) – Il “pezzo” di Colista rende giustizia, se è ancora possibile, a tutti i luoghi, piccoli e meno piccoli, dimenticati dai media negli scorsi cinque mesi di cronache febbrili, spesso raffazzonate e improvvisate, spesso arronzate sbagliando nomi, luoghi e persino regione. I giornalisti, troppo spesso, non sanno molto di lingua italiana ma assolutamente nulla di geografia. Magari dovrebbero anche cambiare mestiere… In Tv nazionale ieri una nota conduttrice ignorava del tutto l’esistenza in Sicilia di una città che si chiama Piazza Armerina, e ha parlato di “una piazza di Armerini” sbagliando persino la vocale finale. Date tali premesse, difficile pretendere che in momenti drammatici come quelli che abbiamo vissuto, non si dimentichi qualcosa. Il brutto è di certi luoghi ci siamo dimenticati noi cronisti locali.
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Tentiamo di rimediare. Vallecupa era, ed è ancora, un luogo di una bellezza composta e appartata, uno dei tanti che costellano la bassa Valle dell’Aterno.
Difficile prevedere se, dopo la distruzione, ci sarà ancora qualche coraggioso disposto a tornarci e a ricominciare. Speriamo con fervore che sarà così, perchè in fondo così è stato anche prima, quando tante case furono ristrutturate e recuperate. Il domani di questa terra è anche nel suo cuore – oggi straziato – di paesini e villaggi che sembravano balzati fuori da dipinti ad olio di quando la pittura era solo figurativa.
(Nelle foto di Ugo Colista: In alto il paesino com’era fino al 5 aprile. Nelle altre immagini, com’è)


06 Settembre 2009

Categoria : Cultura
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