Carne, perchè è poca quella abruzzese sui banconi dei supermercati


L’Aquila – (Foto: in evidenza una bistecca di Paganica, e sotto un angus irlandese) – Se vuoi sapere le cose, non andare dai superburocrati, nè tanto meno dai politici. Hanno sempre risposte pronte e preconfezionate, buone per tutte le domande dei giornalisti. Dei cittadini no, perchè non ne fanno: preferiscono lamentarsi… Vai dal macellaio. Così abbiamo fatto, ma torniamo indietro per capirci qualcosa.
Entri in un supermercato, trovi il reparto macelleria e cominci a guardare le etichette sulle confezioni di carni. Scopri che almeno l’80% delle varie merci (la scelta è ricca) viene da fuori regione, ovvero da altre regioni italiane, ma soprattutto da Austria, Francia, Spagna, Irlanda, Scozia, e anche da Argentina e Stati Uniti. I prezzi sono piuttosto alti, e si capisce: non è che costa poco far volare queste carni dai loro paesi di provenienza.
Stessa storia, più o meno, in altre macellerie. Che ormai sono tutte grandi e costituite da banconi di supermercati, visto che la macelleria di una volta non esiste quasi più, forse solo nei centri minori ne sopravvive qualcuna. Una quindicina di anni fa, era tutt’altra storia: a L’Aquila c’era addirittura una strada dei macelli, via Marrelli. Uno appresso all’altro.
Da premettere, per onestà di cronaca, che quasi sempre la carne straniera è ottima, tenera, saporita.
L’amico macellaio non è restio a fornire spiegazioni. La domanda è semplice. Dove finiscono le carni delle vacche che pascolano in montagna, soprattutto sul Gran Sasso? Perchè tra tenti tipi di carne offerti al pubblico, non se ne trova una aquilana, o almeno abruzzese, se non qualche insaccato fresco? Qualche volta puoi imbatterti in una bistecca di Paganica, o di Bagno, ma è raro.
“La gente – chiarisce il macellaio – non vuole carne poco tenera. Tutti i tipi di carni straniere sono invece teneri e quasi sempre anche buoni, saporiti”.
E le nostre vacche non sono tenere?
“No, qui si usa lasciare al pascolo gli animali fino alla macellazione. Invece dovrebbero vivere sette-otto settimane in stalla, prima del mattatoio. I nostri allevatori scelgono il pascolo libero e gratuito fino all’ultimo momento. Per questo la nostra carne, pur essendo buona perchè i pascoli sono ottimi, risulta poco tenera, muscolosa, in compenso meno grassa”.
Le vacche lasciate al pascolo camminano tutto il giorno, sviluppano i muscoli, riducono il grasso.
Quanti sono gli allevatori nell’Aquilano?
“Sono rimasti in pochi, è un lavoro che qui non rende più. Come al solito, i giovani non vogliono farlo. Il più delle volte allevano qualche decina di capi persone che svolgono altri lavori, magari a stipendio fisso”.
Requiem per l’allevamento in Abruzzo. Ci hanno riempito le orecchie con chiacchiere per anni, sull’agricoltura, sulla zootecnia, sui fondi per sostenerle. Vanterie di politici e politiche che hanno costruito le loro fortune racimolando voti a suon di promesse e chiacchiere. Poi scopriamo che la carne, se la vuoi, devi comperarla etichettata Francia o Irlanda, o che fare il coltivatore nella Marsica significa guadagnare pochi centesimi sul raccolto, che noi paghiamo a peso d’oro sui banchi del supermercato. Scopri che siamo una regione sbagliata.
Ma anche che, forse, è arrivato il tempo di accorgersene e alzare la voce.


27 Ottobre 2012

Categoria : Cronaca
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