“La Luna rischiarava l’orrore”, ma Onna c’è


berlusconi-onna-15-set-09Onna Nuova , 15 set. – (di Gianfranco Colacito) – RACCONTO DI UN POMERIGGIO -Vi raccontiamo il primo giorno di Onna, dopo quella notte in cui “la Luna rischiarava l’orrore”, come ha detto il giornalista Giustino Parisse fermando in un’immagine pittorica la notte della fine, quella del 6 aprile. Quando nella sola Onna morirono 41 persone e tutto sparì nel rumore cupo del sisma, tra nuvole di pesante polverone, urla, disperazione, terrore. E orrore, come dice Parisse.
MOLINARI – Non bisogna far ricorso al taccuino e agli appunti, perché retorica da raccontare non ce n’è stata. Discorsi misurati, composti, ringraziamenti fluviali, e un monito fermo e bellissimo di mons. Giuseppe Molinari ai politici: “Basta con liti, insulti, polemiche, risse tra partiti e dentro i partiti. La politica sana e costruttiva è una grande forma di carità, adottatela”.
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POLITICI MUTI – Politici muti, compreso Silvio Berlusconi presente, tirato e formale, pronto per la registrazione di Porta a porta, estenuato – forse – da quella cattiva politica che sembra imbrattare questo paese butterato dalle malevolenze inutili, dal veleno delle maldicenze, dal putridume dell’agone diventato rissa da pollaio. Che brutta Italia mostriamo al mondo.
UN LINDO VILLAGGIO – Invece l’Italia, da oggi, è anche quel lindo villaggio di poco meno di 100 casette. Se ricordate il paesino del film “Nigthmare”, lo vedete a Onna, da oggi: case piccole con tetti spioventi, tutte color pastello, lungo strade larghe, con minuscoli giardinetti, piante appena messe a dimora, asfalto ancora appiccicoso, lampioncini bassi, siepi, fontanelle. Un villaggio senza volto, accanto a quello polverizzato dal terremoto, dilaniato con la sua piccola umanità che da sabato dormirà sotto un tetto e dentro un letto con le lenzuola nuove, nell’odore di legno e di pittura fresca. Casette carine, spesso migliori di quelle sbriciolate, per riformare le famiglie e poter dire “io sono di Onna, e abito a Onna”. Ma il volto, il carattere del paese sono scomparsi e la gente dice – come ha fatto per tutti Franco Papola – che nonvede l’ora di sapere “quando il paese sarà ricostruito com’era”. Facciamoci coraggio: la risposta non c’è. La vita di domani sarà un’altra vita.
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SOBRIETA’ – La presidente Pezzopane ha rivolto a tutti un appello alla sobrietà, intervistata da cento televisioni. “Sono lieta per Onna – dice – ma per gli altri occorre uno sforzo in più, le risposte vanno date a tutti, anche agli studenti, pensiamo per loro alle case di legno. Basta con le polemiche, basta con gli abusi mediatici”. Franco Papola riconosce: “Siamo stati bene in tenda, grazie alla provincia di Trento, alla Croce rossa, alla protezione civile, al Veneto, a Bertolaso, al Sole 24 Ore, al comune di Roma, a Bruno Vespa, ora potremo ricostituire le nostre famiglie, al comune dell’Aquila per la sua solerzia negli interventi di competenza”.
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GIULIA E’ QUI – Angela Bove, la madre di Giulia, la ragazza di Arpino morta che aveva progettato l’asilo inaugurato oggi da Berlusconi, si dice felice di vedere che la sua ragazza “piena di vita e di voglia di esserci”, c’è ancora: rivive nel piccolo edificio che ospiterà i bambini. L’ingegnera Giulia è altrove, il suo amore per la vita è qui.
Ogni volta che qualcuno nomina Berlusconi, fioccano gli applausi, ma c’è anche chi contesta e vengono inalberati striscioni con frasi polemiche. Ce n’è addirittura una per Bruno Vespa che tiene i terremotati come “ostaggi mediatici”. Vai a capire: eppure 4 milioni per Onna li ha raccolti Vespa, portando alla sensibilità e all’attenzione dell’Italia e del mondo il dramma aquilano.
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GIUSTINO E IL PERDONO – Giustino Parisse innalza il tono dei discorsi con una compostezza esemplare e torna a dire: “Io sono morto, tutto ciò che è accaduto in fondo è anche colpa nostra”. Da padre che prova un dolore indescrivibile, chiede perdono ai figli morti nel sisma “per non averli saputi proteggere”. Giù il cappello di fronte ad un uomo che merita ogni rispetto. Come persona, come padre, come giornalista.
Dobbiamo concludere con mons. Molinari, ma ve ne abbiamo già riferito: intervento di altissimo profilo, di fermo coraggio, di elevato valore morale. Concordia operosa, speranza sono i suoi auspici. Oggi, in ogni caso, L’Aquila ha cominciato a ritornare un centro abitato, e senza voler esagerare nulla, diciamo che da qualche parte bisogna pur ricominciare. Sempre ricominciare. Finchè ne avremo la voglia e la forza, tutti. Questo è coraggio, gente. Il resto è passato di oltre cinque mesi fa, quando finì un mondo, scese il sipario, e sentimmo tremare e fendersi le radici dell’esistenza collettiva. “Barcollo ma non mollo” leggiamo in autostrada sul furgoncino di un pesciarolo che ci sorpassa. Una lezione impagabile.
SPUMANTE – Ci infiliamo dentro una delle casette di Onna 2. Sapete che lo spumante e la scatola di dolci, con il biglietto augurale di Silvio, ci sono davvero? Ci scacciano subito con fiero cipiglio i vigilanti. Loro hanno ordini di sospettare di giornalisti, operatori, fotografi e tutto il resto della “vil razza dannata” dei gazzettieri. Che si vendicano. Nella calca una signora strepita e inneggia a Berlusconi. E’ sommersa dai teleoperatori che, quando si muovono in massa per seguire il Capo, le dicono: “Signora, può restare qui, non serve che venga anche lei…”. Lei non capisce e continua a urlare parole d’amore per il Cavaliere, che manco se ne accorge.
(Nelle foto Col: Berlusconi all’arrivo ad Onna, lo spumante per gli inquilini nelle nuove case, la protesta contro Bruno Vespa, Onna Nuova e Onna vecchia)


15 Settembre 2009

Categoria : Cronaca
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