Campotosto, siamo pronti e consapevoli?


L’Aquila – (di G.Col) – (Immagine dal sito della Fondazione Giuliani, aggiornato ad oggi: la mappa delle scosse di dicembre) ) – Lontana da questo sito ogni ipotesi di allarmismo, ma neppure incosciente o distratto silenzio sullo sciame sismico in atto tra Campotosto, l’area di Montereale e quella vicina del Reatino nella zona di Borbona-Cittareale. Abbiamo accuratamente e puntualmente riportato in due-tre riassunti informativi al giorno, dal 9 dicembre, il susseguirsi di eventi sismici che tuttora caratterizza la zona a Nord dell’Aquila. Inspiegabilmente, i mass media continuano a tacere o a gingillarsi con altre notizie e chiacchiere politico-elettorali. Difficile capire perchè ciò accada, e una sola cosa è certa: non perchè manchino notizie o fonti di informazione. Basta affidarsi a quella più autorevole, l’Istituto nazionale di geofisica INGV, peraltro presente con una sua sede anche in città.
Il fenomeno continua, e oggi il sito della Fondazione Giuliani fornisce anche dati sull’indicatore di cui si occupa il ricercatore aquilano: il gas radon. Le cui emissioni, dice Giuliani, sono elevate in questo periodo, aggiungendo che le scosse sono state ben 55. Dato oggettivo, coincidente con le notizie degli eventi da noi riportate.
Tutto il resto è silenzio. Tacciono i sindaci, muta la Protezione civile, silenti i politici. Come se non accadesse nulla.
Speriamo tutti, infatti, che non accada nulla. Le scosse sono state tutte leggere, con “picchi” appena superiori al 2 Richter. Uno sciame, dice la scienza, di per sè non è un precursore sismico, nel senso che può portare ad eventi culminanti anche di rilievo, ma può anche esaurirsi con una attenuazione delle frequenza delle scosse, e una coincidente diminuzione della loro intensità. Molte volte è stato così, proprio in quella zona. Altre volte no.
Abbiamo già ricordato un forte terremoto generato dal sottosuolo presso Campotosto, che è una zona naturalmente molto sismica. Potrebbe esserlo di più quando gli epicentri di uno sciame sono diversi e differenti, come in questi giorni. Potrebbe non essere che uno sciame, uno dei tanti.
Il terremoto di cui parliamo (ma del quale troppi sembrano essersi dimenticati, o paiono incapaci di consultare dati e ricerche che pure esistono) avvenne – dopo un lungo sciame – il 5 settembre 1950 alle 5 del mattino. Vi furono due scosse a qualche secondo l’una dall’altra, che raggiunsero 5,2 o 5,4 Richter. Il valore indicato dipende dalle diverse fonti scientifiche. Il terremoto fu forte a L’Aquila, con danni anche rilevanti, benchè non disastroso. Lo fu nell’Aquilano e venne avvertito con forza anche a Roma. Fu forte e pauroso in tutto il Teramano, fino alla costa adriatica la terra tremò e la gente fuggì terrorizzata. Alle scosse principali ne seguirono, come sempre, altre meno forti nella stessa giornata, e altre ancora dopo, per mesi e mesi.
Non esistono elementi incontestabili che facciano supporre una situazione analoga al momento, ma lo sciame c’è, anche se si fa a gara per tacerlo o ignorarlo.
Siamo pronti ad affrontare un’emergenza, nella situazione attuale, e cioè con neve e freddo intenso anche in quella zona? Abbiamo cansapevolezza e preparazione sufficienti? Sono soltanto domande. Non vi saranno risposte, probabilmente, perchè la lezione del 2009 non ha insegnato, evidentemente, nulla a politici, amministratori, organizzazioni ed apparati. Come dire che c’è ancora chi preferisce passerelle ed esposizioni mediatiche “dopo”. Duro da pensare e da credere, ma pare sia proprio così.


15 Dicembre 2012

Categoria : Cronaca
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