Dopo Serralunga, forza Gran Sasso


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – L’apertura del tunnel di Serralunga tra Campo Felice e le Rocche è una pagina voltata sul passato. Il 29 dicembre scorso è stato dato il via allo sviluppo del maggiore comprensorio montano abruzzese e appenninico, quello che ormai include e accorpa Ovindoli, le Rocche e Campo Felice, al di qua e al di là di montagne e barriere. Con 1300 metri di galleria, ideata 40 anni fa da Aldo Iacovitti e arrivata ad esserci soprattutto grazie a Gianni Letta, porta aperta al turismo – soprattutto romano – verso un Abruzzo magnifico, montagne senza paragoni tutte vicine, unite, ben collegate, ottenibili in autostrada in meno di un’ora di viaggio. L’intuizione felice di un impenditore straordinario, Aldo Iacovitti, di Rocca di Cambio, il padre di Campo Felice, diventa cemento armato e asfalto solo alla fine del 2012. Perchè? Difficile dirlo, ma di sicuro nella toruosa e indecifrabile storia, brulicano tutti i difetti, le piccolezze, le negatività di un Abruzzo che per decenni ha saputo solo produrre autolesionismo e maleficio per se stesso. Tempi superati? Speriamo, ma non è detto…
L’Abruzzo in quota guadagna una incoraggiante posizione, l’Aquilano anche una formidabile spinta verso lo sviluppo del Gran Sasso. O ci si muove, o per la montagna aquilana è già scritto l’epilogo, il confinamento verso retrocessioni subalterne e secondarie.
Lo ha pienamente capito il sindaco Massimo Cialente, che in un’intervista giorni fa ha confermato ciò che aveva annunciato molto tempo prima. Occorrono investimenti per il Gran Sasso, almeno 20 milioni, e per rinnovare e ammodernare gli impianti di risalita. Occorre una nuova gestione, un assetto differente e più agile, svincolato dal Centro turistico che ha dimostrato tutta la propria inutilità. Anzi, impossibilità operativa. Nessuno deve perdere il lavoro, questa è una convinzione del sindaco, che destinerà verso altri ruoli gli occupati del CTGS.
Essenziale è che sia consolidata la volontà di avviare la rinascita della montagna aquilana, magari lavorando insieme con Campo Felice, le Rocche e Ovindoli, per un’offerta più vasta e variegata. L’ideale sarebbe lavorare insieme con l’intero Abruzzo bianco, per un’offerta al turista che suoni come “Vieni a sciare in Abruzzo”. Ma forse questo è precorrere i tempi, guardare l’orizzonte senza vedere gli ostacoli più prossimi. Ora l’impegno, che il sindaco Cialente pare ritenere urgente e indilazionabile, è “sistemare” il Gran Sasso. Senza fobie maniacali ed esaltazioni ambientalistiche, ma anche senza interventi brutali e dannosi per l’ambiente: un sano, ragionato e professionale piano di sviluppo affidato – questo è essenziale – a gente seria e preparata, ma anche in grado di agire velocemente. Basta aspettare e piangersi addosso. E’ il migliore auspicio (dopo quello per un vero inizio della ricostruzione) gli aquilani possano nutrire.


01 Gennaio 2013

Categoria : Turismo
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