Le vittorie dell’amministrazione Mascia
Pescara – Scrive Lucio Zazzara: “Il Sindaco Mascia sostiene che nessuno gli ha mai espresso apprezzamento per l’opera di Toyo Ito (foto). Mi viene da dirgli, preliminarmente, che a me non è mai capitato qualcuno che esprimesse apprezzamento per lui come Sindaco ma, ovviamente, non ho mai pensato che questo potesse essere un argomento per sostenere la mia opposizione ad alcuni provvedimenti dela sua Amministrazione.
Vorrei anche evitare una polemica sulla sua personale incapacità di guardare alle questioni con una ragionevole terzietà, con il dovuto distacco per un Sindaco che rappresenta la Città in tutte le sue componenti e all’interno della sua storia. In nome della continuità amministrativa dovrebbe tutelare l’interesse della Collettività, rappresentato dalla scelta di avere voluto nella sua piazza più importante l’opera di un grande artista universalmente riconosciuto, pretendendo la ricostruzione dell’opera; dovrebbe porsi su un piano diverso, più alto e difendere un patrimonio che non appartiene a lui come persona ma all’intera sua Cittadinanza.
Credo che in questa sfacciata privatizzazione degli eventi in cui Mascia esulta della possibilità di liberarsi di un oggetto che “gli è sempre stato sullo stomaco” e che rappresenterebbe la sconfitta del suo predecessore, D’Alfonso, si possa ravvisare una grave assunzione di responsabilità; un andare contro l’interesse comune e l’ignorare il dovere della tutela del patrimonio pubblico (e del suo valore, anche pecuniario) in nome di una ambizione del tutto personale e priva di oggettive argomentazioni d’interesse collettivo.
Il Sindaco Mascia si abbandona poi ad una serie di sconcertanti affermazioni sul valore dell’opera, rivelando tutta la sua inadeguatezza culturale; ma nella sua ansia non sembra avere chiaro il concetto che quello di cui parla è solo il relitto dell’opera: ciò che rimane a causa di un’errata utilizzazione delle tecniche realizzative e non l’opera del grande Toyo Ito, come concepita e rappresentata alla città ed al mondo intero. Come ho già avuto modo di sottolineargli, l’azione di abbandono del relitto (come egli stesso oggi riconosce) è sempre stata finalizzata a far crescere nella gente un sentimento di rifiuto; come pure il silenzio sulle vicende giudiziarie e la debolezza delle pretese di ristoro nei confronti della società incaricata della realizzazione.
Invece di chiedere a Toyo Ito cosa pensasse della rimozione (cosa avrebbe potuto dire il Maestro di un fallimento così sfacciatamente tecnico?) perchè il Sindaco non ha coinvolto l’autore in un’operazione di rifacimento, anche –eventualmente- con altre soluzioni, in modo da conservare alla Città una sua opera? Questa sì che sarebbe stata una scelta dignitosa e rispettosa del livello dell’artista.
Davvero imprudente e poco consapevole mi sembra poi l’affermazione che il mio punto di vista sarebbe isolato: caro Mascia ho ricevuto anch’io moltissime lettere di adesione alla posizione che esprimo e il consenso mi viene da artisti, intellettuali, professionisti; ma non meno da persone meno esperte e che hanno tutto il diritto di esprimersi: qualche nome? Enzo Fimiani, Giuseppe La Spada, Andrea Mammarella, Ettore Spalletti, Franco Summa, Gianfranco Marchetti, Lucia Frasca, Simone Ciglia, Giovanna Liquori, Alberto Clementi, Carlo Pozzi, Giovanni Scoponi, Ramon Serra i Masip, Giuseppe Barbieri, Federica Coen, Carla D’Aurelio, Lucio Rosato, Carmen Andriani, Adele Liberi, Maria Cristina Semproni, Luigi Gasparini, Carla Lanza, Federico D’Amico, Laura Antosa, Silvio Basile, Maria Di Tillio, Giulio Cerceo, Armando Misticoni, Franca Verlengia, Marilena Giammarco, Pierluigi De Fanis, Carlo Tatasciore, Simonetta Marinelli, Paola Marchegiani, Mary Maggio, Marco Boscherini, Caterina Palestini, Susanna Ferrini, Francesco Girasante, Samuele Biondi, Paola Misino, Adele Fiadino, Eleonora Baldassarri, Enzo Calabrese, Andrea Vallicelli, Antonio Basti, Antonio Marano, Lorenzo Pignatti, Enrico Spacone, Piero Rovigatti, Marcello D’Anselmo, Matteo Di Venosa, Alberto Viskovic e molti altri”.
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