Progetto CASE, centinaia di milioni in ballo


case-28-ag-09-53L’Aquila – L’ARA, associazione ricostruzione L’Aquila, ha messo a punto una serie di dati sul progetto C.A.S.E. e sui suoi “aspetti qualificanti”. Sono stati presi innanzitutto in esame i costi del progetto C.A.S.E.; la ricerca è stata sviluppata prendendo a riferimento dati ufficiali o forniti o rinvenibili sui siti istituzionali della Protezione Civile e del Comune di L’Aquila. Eccone alcuni contenuti di rilevante interesse collettivo.
COSTI DEFINITIVI DEL PROGETTO
Costi di costruzione definitivi, comprensivi di costo delle lavorazioni, opere di urbanizzazioni e spese tecniche ed amministrative, con la sola esclusione dei costi del prezzo di esproprio dei siti di ubicazione dell’intervento: €.710.000.000..
Costo medio al mq. di ciascun alloggio CASE: €.2.380,00.
Costo del prezzo di esproprio: €.6.500.000,00 (il prezzo di esproprio è tuttavia destinato a lievitare nel corso degli anni, considerato che, a fronte del riconoscimento per legge di un indennizzo pari al valore di destinazione urbanistica dell’area al momento dell’esproprio (aree espropriate prevalentemente agricole), in esito al contenzioso giudiziario che si verrà ad instaurare è presumibile che il costo reale degli espropri si attesterà intorno ai €.130.000.000,00 stimando un costo medio delle aree espropriate pari al valore di mercato attuale per aree similari con destinazione edificatoria; su tali somme è prevedibile un ulteriore esborso per la comunità per interessi legali e spese giudiziarie, pari all’incirca ad un ulteriore €.20.000.000,00.
Aggregando tali dati si ha un costo finale di edificazione complessivamente pari ad €.880.000.000,00 ed un prezzo di costo al mq.pari ad €.2.850,00, prezzo al quale prima del 6 aprile 2009 si acquistava un appartamento nuovo signorile in zona non periferica; è peraltro noto che il costo di costruzione di un palazzo a norma antisismica si attesta oggi intorno ai €.1.100,00/1.300,00 mq.
“E’ quindi evidente che – dice ARA – sotto un profilo squisitamente economico, la spesa di cui sopra ha prodotto un risultato aberrante in termini di investimento per la comunità, soprattutto ove si consideri che tali somme sono state di fatto sottratte alla vera ricostruzione e non hanno risolto il problema abitativo provvisorio. Sono stati quindi presi in esame i risultati del progetto CASE in termini di insediamento dei cittadini sfollati.

COSTI DI INSEDIAMENTO PROVVISORIO DEI CITTADINI SFOLLATI
La strategia messa in campo dalla Protezione Civile prevedeva, in considerazione dei tempi medi necessari per la costruzione delle CASE e visto l’alto numero dei cittadini sfollati da insediare provvisoriamente, la necessità di reperire altrove alloggio ed assistenza in strutture precarie (tendopoli) o preesistenti (strutture ricettive o case private), con conseguenti costi aggiuntivi che, al 20 settembre 2009, assommano a circa €.120.000.000,00 per la gestione delle tendopoli, €.170.000.000,00 per le strutture ricettive, €.50.000.000,00 per affitti e autonoma sistemazione in case private.
Occorre inoltre considerare l’aggravamento dei costi del progetto C.A.S.E. conseguente alla errata previsione del fabbisogno reale abitativo in vista dell’inverno (nell’arco temporale ott-dic 2009 saranno allestiti circa n.15.000 posti a fronte di necessità stimabili in circa 40.000, di cui 28.000 già residenti in fabbricati “E” – risultati dal censimento – e 12.000 in abitazioni B e C non riparate) produrrà ulteriori costi aggiuntivi per sostenere coloro i quali non troveranno sistemazione nelle C.A.S.E. sino a dicembre, gli A e B che saranno esclusi dal progetto per sempre e quelli che, pur avendo diritto, non vi troveranno posto, costi stimabili sin d’ora in più di un centinaio di milioni di Euro; ulteriori costi deriveranno dalla necessità di requisizione di alloggi sfitti e relativa gestione ed indennizzi (già €.1.400.000,00 stanziati nell’ultima OPCM, risorse che saranno di certo integrate a breve).
Fissati i costi sostenuti, e senza neppure considerare quelli da sostenersi, si è calcolato che con una occupazione “provvisoria” di territorio stimabile nel 20 % in più rispetto a quello “definitivamente ” occupato dal progetto CASE e dai MAP, si sarebbero potuti insediare a parità di spesa e in tempi ridotti ad 1/3 (con relativa economia di spesa sui costi per alloggiamenti provvisori) 48.000 PERSONE, QUINDI L’INTERO FABBISOGNO, IN CIRCA 14.000 Moduli Abitativi Provvisori (tipo abitazioni in legno o moduli removibili ad alto contenuto tecnologico del tipo A).
Va infine considerato che i moduli rimovibili, per loro natura, avrebbero rappresentato un investimento per la Protezione Civile anche in termini di recupero e ri-utilizzabilità per future emergenze calamitose.
“Considerato che, come già ampiamente illustrato nella Relazione finale del Convegno tenuto dall’ARA il 9 giugno 2009, effettuata la scelta di intraprendere ed attuare il progetto C.A.S.E., non sarebbe rimasto che procedere secondo una visione urbanistica di accompagnamento, e vista la dimostrata anti-economicità del progetto – oltre che valutata la sua inadeguatezza in termini di ricostituzione della coesione sociale e di recupero dell’economia cittadina – , ARA auspica
• che si abbandoni definitivamente l’ottica della rincorsa all’emergenza e non si proceda ad un ulteriore estensione del progetto C.A.S.E., come ventilato nel corso di alcuni convegni da parte di noti esponenti del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale;
• che la Protezione Civile riprenda la sua essenziale funzione emergenziale – se ancora effettivamente necessaria – tralasciando ogni velleità di conduzione dell’opera di ricostruzione;
• che la programmazione della individuazione di ulteriori sistemazioni per i cittadini sfollati che non hanno trovato ingresso nelle C.A.S.E. e nei M.A.P. sia condivisa con la comunità locale privilegiando il recupero del patrimonio abitativo esistente, affrontando con procedure più snelle e perseguibili la ricostruzione leggera e programmando coerentemente quella pesante.


25 Settembre 2009

Categoria : Cronaca
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