Acerbo: alt a cumuli di vitalizi
Pescara – «Martedì chiederò al Consiglio regionale di approvare il mio progetto di legge che vieta anche in Abruzzo il cumolo del doppio vitalizio». Lo ha annunciato questa mattina, in una conferenza stampa, il Capogruppo di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo (foto). Il progetto di legge (già depositato in Commissione e mai licenziato) prevede la riduzione dell’80 per cento del vitalizio per gli ex consiglieri regionali che oggi percepiscono già un secondo vitalizio (ad esempio di parlamentare). «Il Consiglio regionale dell’Abruzzo – osserva ancora Maurizio Acerbo – è uno dei pochissimi che ha deciso, con la legge regionale n. 36 del 21 ottobre 2011, l’abolizione dei vitalizi a partire dalla prossima legislatura regionale. La mia proposta di legge, se approvata e mi auguro che non si faccia uso del voto segreto in Aula, cancella una situazione insostenibile sul piano etico ed economico relativa alla possibilità di cumulare il vitalizio di ex-consigliere regionale con quelli relativi ad altre cariche pubbliche. Con questa legge – osserva Acerbo – se un ex-consigliere regionale matura il vitalizio anche in qualità di parlamentare, non percepirà più entrambi i trattamenti come accade attualmente. L’eliminazione del doppio vitalizio non preclude in alcun modo la “garanzia della libertà di deliberare”. A garantire “anche nel futuro l’indipendenza del parlamentare” o del consigliere regionale dovrebbe essere sufficiente un solo vitalizio, altrimenti se ne dovrebbe dedurre che chi ha ricoperto o ricopre soltanto una delle due cariche istituzionali non può e non ha potuto esercitare in piena libertà il proprio mandato. Nel corso degli anni, i privilegi accumulati dal ceto politico hanno progressivamente ingenerato nella cittadinanza un sentimento “anti-casta” di cui non si possono lamentare i caratteri, spesso qualunquistici, se non ci si impegna in una drastica azione di riforma della politica all’insegna della sobrietà. I fondi che andremo a recuperare – conclude Acerbo – saranno investiti per le attività svolte nel sociale e per i più deboli”.
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