Tra tigli e tagli, la città che guarda

(di Stefano Leone) – Sarebbe eccessivamente semplice, scontato pur se attinente alla realtà, dire: noi lo avevamo detto. Basta rileggere l’articolo pubblicato ieri su inAbruzzo.com, sulla questione dei tigli di viale Nettuno, a Francavilla al Mare, per constatare che abbiamo chiuso il pezzo con la certezza che, la cosa più ovvia da fare, doverosa e corretta, da parte dell’Amministrazione Luciani, era quella di rendere partecipe della decisione i cittadini. E, dopo la nota di ieri, proprio il Sindaco Luciani ha, forse, avuto consiglio dalla notte, (non vogliamo essere presuntuosi nel dire dal nostro articolo!), e oggi viene nuovamente allo scoperto con una lettera aperta ai cittadini di Francavilla al Mare, nella quale sente il bisogno di chiarire, (non si poteva fare subito?), riconoscendo di aver sbagliato. La lettera del Sindaco si apre con un “mea culpa” ma poi, riappare in tutta la sua prorompente velenosità e amarezza la sciabola con la quale il Sindaco risponde ai suoi detrattori. Ci permettiamo di rivolgerci in modo diretto al Sindaco Antonio Luciani che, essendo persona contegnosa e ponderata, comprenderà che appare infecondo, vano, infruttuoso incanalarsi in una polemica, con i suoi detrattori, che potrebbe continuare all’infinito. Caro Sindaco, lasci perdere nel vuoto chi fa politica offendendo la persona e vituperando anche con acredine eccessiva. Per quello ci sono i tribunali. Per le decisioni importanti come quelle che, volente o nolente, sono inerenti questioni di largo respiro, tenga conto del parere “condiviso” dei cittadini. D’altronde sono loro che, nel bene e nel male, decidono le sorti anche di un viale e della sua alberatura oppure no. Di tutto ciò che viene fatto in una legislatura amministrativa, caro Sindaco, bisognerà sempre e comunque renderne conto all’urna. I cittadini porranno il loro consenso oppure il dissenso. E non è sempre vero che il popolo bove non ha memoria!