Bed&breakfest per clandestini


L’Aquila – Fra i “politici” nostrani (ahinoi) dei tempi più o meno recentie attuali nessuno passerà alla storia come grande statista, e nemmeno piccolo.
Però un posto nella storia, in quale categoria ognuno è libero di valutarlo da solo, lo ha certamente conquistato chi nelle ultime ore ha realizzato un exploit ineguagliabile e cioè l’aver inventato una nuova tipologia di “bed and breakfast” per clandestini.
In Italia sono migliaia di clandestini perchè colpevoli (spesso solo sospettati) di delinquere qui da noi.
Allora che ti pensa qualcuno? Visto che il soggiorno in carcere costa, anche se fa schifo sia il carcere che il vitto e le altre prestazioni offerte al cliente, perlomeno le nazioni di provenienza degli ospiti indesiderati ci paghino le spese.
Se non è l’uovo di Colombo ci manca poco.
In una botta si da una bella siringata di contante all’economia nazionale e allo stesso tempo si ribadisce il vecchio concetto dell’ospite che dopo uno o due giorni (a seconda della provenienza) puzza. Per cui se proprio si vuole trattenere che paghi, almeno colazione e pernottamento.
Qui le battute si potrebbero sprecare, cominciando col fatto che se per esempio metti in galera uno che faceva il cammelliere nel Sahara, mangiando un pugno di datteri e dormendo sotto la tenda non credo che ti rimborsino più di due o tre euro al giorno.
E poi, chi stabilisce le tariffe? L’ente turistico del paese di provenienza o quello di Lampedusa?
Però, anche se questa è veramente un’idea geniale e assolutamente originale, una citazione la merita anche la proposta, questa veramente già più volte proposta in passato, di svuotare le carceri depenalizzando alcuni reati.
Chiaramente non una parola sul fatto che un paese civile lo è davvero quando fa in modo che alla gente di delinquere non passi proprio per la testa, perchè c’è lavoro, c’è assistenza per chi sta male, per chi studia, e fa pagare le tasse a tutti, e mette in galera buttando la chiave chi frega alla comunità camionate di euro con le frodi fiscali.
Qui invece non solo non si mette in galera il politico delinquente perchè e vecchio ma addirittura si evoca il processo del popolo a Gesù per mettere sullo stesso piano il senatore delinquente oltre che di Nelson Mandela, di Silvio Pellico e chissà quanti altri martiri anche del “Figlio di Dio”.
Sto pensando che in effetti sia Gesù che “quell’altro” avevano un seguito notevolissimo.
Solo che il “Primo” non pagava nessuno, anzi, mentre il secondo come minimo garantiva un cestino da viaggio, trasferta in pullman turistico e magari “un pensierino” dopo il comizio.
Dimenticavo. Da un po i ricchi hanno scoperto che in carcere si sta male e allora quando sbattono il grugno e ci finiscono hanno appurato che basta piagnucolare, lamentare malesseri e inappetenza, esaurimento nervoso, voglia, anzi pretesa di patteggiare la pena, decidere il luogo della detenzione (nel senso con o senza piscina, con o senza sauna, con o senza TV satellitare, con o senza sala biliardo) per smuovere l’opinione pubblica. Intanto chi non è ricco ogni tanto crepa in carcere senza che l’opinione pubblica sappia nulla se non dopo il funerale.


23 Agosto 2013

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