Don Obama e i maleducati


(Foto da Assergi racconta) – Don Obama, il prete nero insultato da alcuni maleducati ad Assergi, ha dunque perdonato. Tarallucci e vino? No, non è così semplice, né così bonaria la storia spuntata nella frazioncina aquilana, ma probabilmente verificatasi anche altrove, chi sa quante volte. Il prete nero è un’abituale presenza nelle chiese e chiesine, visto che i preti bianchi sono sempre meno numerosi e meno disposti al sacrificio di accollarsi una povera e piccola comunità di montagna, quasi tutti vecchi ma soprattutto quasi tutti poveri.
Molti accettano (magari obtorto collo) la presenza di uno straniero, per di più in tonaca e paramenti. Molti si fingono evoluti e superiori. Molti altri non inghiottono certe situazioni e alla prima occasione sbottano. Non parleremmo si razzismo, se avessimo qualche altra definizione. Diciamo quasi razzismo, sicuramente ottusa intolleranza. Bisogna ripetere che le persone si giudicano, si accettano o si respingono per le loro qualità o per i loro difetti, non per il colore della pelle? Sarebbe uso pleonastico di cose scontate.
A parte questi abiti da persone civili che spesso indossiamo tanto per far vedere, va riconosciuto che la forte presenza in larghi ambiti della collettività di stranieri immigrati, in un paese che in passato ha saputo solo emigrare, ha un po’ scombinato convinzioni, ipocrisie, e anche bugie. In realtà tanti di noi sono razzisti ma non se n’erano accorti. Speriamo che non sia il caso di Assergi e di don Obama. Speriamo di sbagliarci. Ma abbiamo la sensazione di essere nel vero, forse presuntuosa. Chiamiamoli solo maleducati, sperando che basti.



03 Novembre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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