Veleni Bussi, l’Italia rispettò le leggi?


Bussi – (Foto: l’area dei veleni evidenziata in un’immagine dall’alto) – L’Italia, e naturalmente l’Abruzzo, potrebbero avere una grossa grana ancora una volta a livello europeo, per la loro fallimentare politica ambientale fatta di chiacchiere e retorica, mentre per anni nessuno si accorgeva – o fingeva – della discarica dei veleni che si andava accumulando a Bussi, nel cuore di una zona abitata, a due passi da un ospedale, e con forti conseguenze per le falde idriche.
“L’Unione europea verifichi se le autorita’ italiane hanno rispettato la normativa comunitaria ambientale nel caso della mega discarica abusiva a Bussi sul Tirino, scoperta nel 2007″. Lo chiede Andrea Zanoni, eurodeputato Alde (Alliance of liberals and democrats for europe) e membro della commissione Envi ambiente, sanita’ pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo, sottoscrivendo un’interrogazione insieme alla collega Erminia Mazzoni e d 21 eurodeputati.
“E’ fondamentale – afferma – avviare una bonifica totale dell’area per garantire la massima sicurezza ai cittadini della zona”. “L’intera area si trova sotto sequestro e secondo le associazioni ambientaliste i valori di cloroformio, tricloroetilene, diclorometano, tetracloruro di carbonio presenti nella falda acquifera superano migliaia di volte i limiti di legge; inoltre, sarebbe stata accertata la presenza di diossina”, si legge nell’interrogazione. “Il sospetto che per decenni e fino al 2007 circa 500mila cittadini della Val Pescara hanno utilizzato e bevuto acqua inidonea al consumo umano fa venire i brividi – incalza Zanoni – Per questo abbiamo chiesto alla Commissione europea di verificare cosa e’ stato fatto dalle autorita’ italiane per far fronte a questa situazione e proteggere la salute dei migliaia di cittadini della zona”.
L’interrogazione chiede anche a Bruxelles di “negoziare con le autorita’ competenti una programmazione dei fondi strutturali del periodo 2014-2020 che garantisca il finanziamento per la bonifica dell’area” al momento che “secondo gli studi fatti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si stima un danno ambientale di 8,5 miliardi” e “per la bonifica occorrono circa 600 milioni di euro, mentre ce ne sono 50 milioni, messi a disposizione dal governo”. “Qualche giorno fa ho ricordato al ministro per le Politiche europee Enzo Moavero, presente a Bruxelles, le 104 procedure d’infrazione Ue delle quali 29 ambientali. L’Italia deve smetterla di avvelenare l’ambiente e i suoi abitanti”, conclude l’eurodeputato.


11 Novembre 2013

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.