Toccano al sindacato certe scoperte?


La Cisl con il suo sindacalista aquilano Giorgi è sicuramente coraggiosa nel denunciare le scorrerie di imprese e affaristi del cemento, che riescono ad avere importanti appalti nell’area del cratere, aprono cantieri, sgomitano, si danno da fare, ma poi piantano tutto e fuggono lasciando conti in sospeso, fornitori e lavoratori nei guai. Si chiede la città: tocca solo ai sindacati scoprire situazioni tanto gravi sicuramente maturatesi nel tempo? Nel senso che non appaiono come fulmini a ciel sereno, ma sono conseguenze di fenomeni protratti nel tempo. Da anni, in qualche caso, nel corso ormai lunghissimo dopo-sisma. La risposta è ovvia, ma forse proprio per questo occultata: no, o almeno non tocca solo ai sindacati.
Prima di tutto dovrebbero essere tutti i sindacati a urlare la gravità del fenomeno.
In secondo luogo, le istituzioni, gli osservatori economici, gli economisti tuttologi che prevedono sempre la catastrofi già accadute, i cervelloni delle università, ma anche i tutori della sicurezza sociale, e soprattutto le associazioni di categoria (costruttori impresari trasportatori commercianti di materiali edilizi e così via), dovrebbero dare – o meglio aver dato – l’allarme a voce altissima. O c’è qualche ragione che li induce a tacere?
Invece, per ora, solleva il problema come un solista Giorgi della CISL. A noi e a tutti sembra che, se ha ragione solo al 10%, siamo nella melma fino al collo. Ma se n’è accorto, almeno adesso, chi doveva accorgersene molto tempo fa?



25 Novembre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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