Chieti città aperta, e i migranti?


Chieti – NO DEL SINDACO ALLA PREFETTURA PER IL CENTRO ACCOGLIENZA – (di Stefano Leone) stefanoleone8@gmail.com
Il corrente anno è celebrativo del 70mo anno di Chieti Città Aperta. Il Sindaco Di Primio (foto) però, interpellato dalla Prefettura sulla disponibilità all’accoglienza di migranti da sistemare nel territorio comunale, dice no. Lo dice argomentando la negazione e lo spiega in un post sulla sua pagina Facebook. Umberto Di Primio, Sindaco attento all’ascolto della sua gente, non vuole che Chieti passi per città fobica ed inospitale, ma non vuole altrettanto che, una situazione imposta e limitata nel tempo come l’emergenza migranti, diventi per la città una situazione stabile e conclamata. Scrive su Facebook Di Primio che, “il governo ha disposto la sistemazione degli extracomunitari sbarcati nel corso della scorsa settimana nelle province del centro e del nord. Venerdì mattina sono stato raggiunto dalla Prefettura per telefono che mi ha chiesto se il Comune fosse disposto ad ospitare i migranti. La mia risposta è stata NO. Mi è stato detto che sarebbero arrivati anche nelle altre province abruzzesi, ma la mia risposta è stata comunque NO. Poi la sera di venerdì mi hanno nuovamente chiamato per dirmi che avevano trovato una sistemazione tra Fossacesia e Chieti. A Chieti presso le suore. Metà e metà. Sabato mattina verso mezzogiorno ho saputo che ne sarebbero arrivati 40 dalle suore, a spese dello Stato (quindi nostre, per ognuno vengono corrisposti 30 € al giorno). Più che non dare disponibilità ad accoglierli come Comune e protestare per il fatto che il Ministero ha imposto a decine di sindaci questa situazione senza alcun coinvolgimento, non potevo fare. Ieri ho parlato con la Polizia per chiedere loro ma anche alle altre forze dell’ordine la massima attenzione. Allo stesso tempo credo non sia il caso di esasperare la situazione. Non dobbiamo dimenticare che anche noi siamo stati un popolo di emigranti e Chieti proprio quest’anno celebra il 70º di Chieti Città Aperta. Questo non vuol dire aprire ad alcuna ipotesi di centri d’accoglienza, ma vuol semplicemente dire che una emergenza e soprattutto una situazione limitata nel tempo non debbono farci passare per una comunità fobica ed inospitale. Chiaro che questo non deve farci abbassare il livello di guardia che chiederò ufficialmente alle forze dell’ordine sia alto ed intransigente”.


25 Marzo 2014

Categoria : Cronaca
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