Olimpico, Canossa delle istituzioni


L’Aquila- Scrive Franco Taccia: “Dopo la partita di calcio Napoli Fiorentina e gli incidenti che l’hanno preceduta, nonchè la buffonata dell’umiliazione di “Canossa”, ai piedi di uno che in uno stadio non dovrebbe neppure entrare, quasi tutti i “media” hanno abboccato all’amo (o forse sarebbe meglio dire che hanno finto) ed hanno rispolverata la storia del calcio padre e madre di tutti i guai del paese.
Un un paese nel quale Cuffaro continua a prendere il vitalizio dalla Regione Sicilia, tanto per dirne una, con la commovente spiegazione che nessuna norma di legge lo vieta o nel quale le leggi vengono decise da gente che in decine di casi dalla legge stessa dovrebbero esser messi in condizione di non nuocere.
Non meno assurda e inaccettabile la posizione di chi rappresentando le istituzioni dovrebbe essere garante della convivenza civile, nella quale deve rientrare anche una partita di calcio. In aggiunta alle dichiarazioni del “dopo” che variano dallo sgomento alla sorpresa, al dire apertamenmte: mi è venuta voglia di andarmene.
E qui sarebbe da aprire una parentesi perchè chi ha fatto queste belle figure e rilasciato dichiarazioni al limite dell’incredibile, era si allo stadio in qualità di ospite d’onore (?) nella tribuna delle autorità, “aggratis” come si usa in Italia, ma sempre autorità, con chissà quanta scorta al seguito, e non un semplice cittadino che si alza e se ne va senza dir nulla a nessuno.
Le solite chiacchiere e dopo la geniale trovata della tessera del tifoso, che più inutile non si sarebbe potuta inventare neppure chiedendom aiuto ad un Nobel, ecco la grandiosa idea del DASPO a vita. Cioè un delinquente abituale non puo’ andare al campo a vedere la partita ma è libero di sparare a chi lo sorpassa o pare lo guardi di traverso. Complimenti. Del resto proviene da chi aveva prospettato una sorta di bad and breakfast per i “migranti” , però a carico dei paesi di origine da cui fuggono per fame e per le guerre, che non hanno soldi tranne che per comprare armi anche in Italia. Stiamo proprio messi bene.
E per finire complimenti per l’ennesima dimostrazione di “originalità” fornita copiando il nostro “tutor”, gli USA, con l’inno nazionale eseguito da una cantante, come fanno a Philadelphia quando i Pillies incontrano i Boston Red, con tutti gli spettatori in piedi, molto “presi”, con una mano sul cuore e l’altra che regge una bacinella di pop corn.
Ci mancava e sopratutto a Roma niente pop corn, solo decine di petardi e raggi laser, malgrado le perquisizioni e i sistemi di videosorveglianza.


06 Maggio 2014

Categoria : Senza categoria
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.