Voto, cerchiamo di cambiarci


Il 25 tutti gli abruzzesi sono chiamati al voto europeo, molti abruzzesi al voto comunale e a Pescara anche al voto sul progetto di unificazione con Montesilvano e Spoltore. Tutto è stato detto, sicuramente anche troppo, fino alla noia, in un clima di scontro e di nevrosi. La risposta sta ai cittadini, che debbono compiere uno sforzo: cercare di cambiarsi. Rinunciare al qualunquismo, al livore indistinto, alla tendenza verso l’astensione, che è per definizione improduttiva. Se le cose vanno male, non esserci quando è possibile cambiarle è un vistoso errore. Ma, come sempre, bisogna obbedire alla regola del lasciar fare a tutti quello che preferiscono. E anche farsi da parte è una scelta, un’espressione di libero arbitrio.
Se possiamo esprimere una piccola opinione, ci sembrerebbe più conveniente un responso elettorale netto e delineato. Un vincitore molto votato tra i competitori in gara converrebbe all’Abruzzo. La nostra terra ha bisogno di personaggi decisi, con le idee chiare. Se la ricostruzione aquilana sta finalmente manifestandosi, è più merito di Roma che di altri. Hanno agito bene coloro che hanno saputo, a L’Aquila, appunto con idee chiare, stimolare e sollecitare il Governo. Non certo la Regione, che non ha prodotto neppure una leggina mirata e utile dopo il 2009. Senza voler negare il bene che Chiodi ha fatto (poco, ma c’è stato), l’elenco delle carenze regionali è lungo. Quanto basta per reclamare mutazioni di rotta.
La Regione non ha pensato ai porti, alle ferrovie, al turismo, alle crisi aziendali, ai giovani, ai precari, agli imprenditori. Non ha tagliato le spese e i propri emolumenti. Non ha partorito progetti lungimiranti. Ha trascurato la cultura, ha farfugliato e volato basso. Non ha abbattuto la propria mortale burocrazia. Ha difeso a parole l’ambiente. Ha spesso preferito retorica e bassi profili, forse non sapendone tracciare di più elevati. Gli incidenti giudiziari sono stati troppi. Non si accomiata felicemente, e il 25 maggio dovremmo, noi cittadini, pretendere qualcosa di meglio. Non farci da parte o dedicarci all’autismo della rinuncia. Cerchiamo di cambiarci. Ognuno, alla fine, avrà i politici che meriterà.



23 Maggio 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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