Pescara grande, cultura sotto cemento


Cultura non significa soltanto organizzare concerti, far girare denaro, aprire qualche mostra (che pochi visitano), rendere la vita difficile alla fondazione Flaiano, mettere in piedi un po’ di teatro, affittare a caro prezzo intellettuali, e ricordarsi di d’Annunzio dopo decenni di zotico silenzio. Cultura significa anche salvare le palme di Piazza Unione, ormai sotto cemento. Viene il dubbio: che sia l’idea di cultura ad essere stata cementata una volta per tutte?
Il danno è stato perpetrato, e nessuno si è alzato in piedi per impedirlo. Neppure gli ambientalisti, spesso molto filiformi se non del tutto assenti.
La verità sta nelle cose: nel centro della città, è stata voluta e portata a termine un’ennesima violenza, sotto forma di una rotatoria, strombazzata come opera di un’amministrazione laboriosa. Prima di arrivare a questa cafonata, la Pescara attenta anche a se stessa e al proprio decoro ha taciuto sottomessa. Prona. Indifferente. Le palme sono sparite, il cemento è arrivato. Tutti contenti. Viva, viva i grandi spianatori di verde.
Non è così che si cresce. Come non si diventa “metropoli” (non esageriamo…) unendo la città ai comuni limitrofi. Facendo lievitare il numero degli abitanti. Una metropoli deve esserlo nella testa, deve avere rispetto del proprio bene, della propria fisionomia e identità, che in una contrada di mare è fatta anche di vecchie, gloriose e fronzute palme. Fatte a pezzi. Suvvia, la strada da percorrere per crescere davvero è ancora infinitamente lunga. Pescara, un’altra volta, ha toppato alla grande.



30 Maggio 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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