Coldiretti: “Crollano frutta e verdura”


CHI CI AIUTA A FARCI DEL MALE? – Sono i vegetali freschi a far segnare il maggior crollo dei prezzi con un calo del 12 per cento al consumo con effetti che sono molto piu’ pesanti sulle imprese agricole, ma anche sui consumatori con gli acquisti che sono scesi per la frutta e verdura ben al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ di almeno 400 grammi per persona al giorno. E’ l’allarme lanciato in una nota dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a giugno che con un calo per l’alimentare dello 0,6 per cento evidenziano i pericolosi effetti della spirale deflazione e consumi sulla tavola degli italiani.
Il consumo di frutta e verdura degli italiani e’ sceso al minimo dal 2000 perche’ le famiglie sono state costrette a tagliare gli acquisti e a mettere oltre 100 chili di ortofrutta in meno in media nel carrello nel l 2013 ma la situazione – sottolinea la Coldiretti – si e’ aggravata pesantemente nel primo semestre di quest’anno per l’effetto congiunto della crisi economica e del maltempo.
Se vi fate un giro in un qualsiasi supermercato, è facile rendervi conto che probabilmente, in alcune zone, le cose stanno ancora peggio. Sui bmchi verdire sfatte e spesso anche annerite, e frutta che non lascia molto spazio alle scelte: o è discreta – almeno all’apparenza – ma costa un’esagerazione, oppure è pessima, molle, ammaccata, ammuffita nella parte che è in contatto con il sostegno. Significa che è lì chi da quanto tempo.
La gente sta molto attenta a spendere i propri soldi, quindi gli affari sono davvero magri e nelle case si fa a meno (danneggiando la salute) di preziosi apporti alimentari: mangiamo male e mangiamo peggio.
Alcune furbate fanno pensare che, spesso, i commercianti meritino ciò che capita loro: affari in caduta libera. Per alcune settimane i banchi sono stati ricolmi di cocomeri baby, piccoli e discretamente gustosi, venduti a prezzi invitanti. All’improvviso il frutto viene sostituito con cocomeri spacciati come baby, simili, ma di pessima qualità, pieni di semi, acquosi e insipidi, e a prezzo aumentato. Una sorta di invito a comperare, ma con l’inganno. Chi non ha colto la differenza, ha acquistato credendo si trattasse del precedente prodotto, e non era così. Trucchi da due soldi che nuocciono alla categoria dei venditori. E assottigliano le fila dei consumatori.
Vi sono marchi commerciali che esibiscono offerte speciali, ma per frutta e verdura sono rare.
Resta, e nessuno lo saprà spiegare, il mistero dei prodotti locali, quasi sempre assenti dai banchi di vendita. Alzi la mano chi ha potuto acquistare ciliegie di Giuliano o di Raiano, oppure fragole di Francavilla. Esistono, ma chi sa dove sono e chi se ne giova. Non gli abruzzesi.
Di questo passo, il mercato morirà di inedia, e chi oscuramente da padrone lo manovra resterà con pugni di mosche in mano. Come i moscerini che, qualche volta, volteggiano sulla frutta sfatta e semimarcia che si vorrebbe affibbiare ai consumatori. E che nessuno sa da dove venga davvero, o perché costi tanto cara.


15 Luglio 2014

Categoria : Economia
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